... Nelle molte giornate del cammino da effettuare, ve ne saranno di radiose e di necessariamente in ombra ed è principalmente in queste che il pubblico dovrà farse maggiormente sentire vicino agli atleti. Il campionato non si arresta né alla terza, né alla quarta domenica [...] quindi: avere fermamente fiducia! La vittoria, ne siamo certi, bacerà ripetutamente il nostro vessillo... Luigi Ridolfi

martedì 21 luglio 2015

Samos-Sarria

Il solito buio delle 5 ci aspetta appena fuori dal portone.. il fresco, il monastero, le frontali accese e il paesino che dorme.. tutto ha il respiro di una nuova avventura... l'ennesima da una settimana, colazione fai da te e partiamo lasciando per sempre Samos, non riusciamo a capire di quanti km sarà questa tappa, la deviazione per arrivare fin quassù ne ha di fatto mangiati una decina.. c'è il sentore di tappina.. veniamo affiancati dalla brasiliana del primo giorno, con lei altri pellegrini dalle grandi e rapide falcate.. nonostante il ghiaccio di ieri sera e l'aulin il mio ginocchio non partecipa.. anche Sergino patisce la lunghezza del tracciato di ieri, già dalle prime battute decidiamo che Sarria è e dovrà restare il nostro arrivo di oggi.. entriamo in città dopo tre orette di cammino.. per noi oggi è buona così, dobbiamo recuperare la strappata al monastero.
Ci fermiamo all'ufficio del turismo.. Daniella pensa già a domani.. soffre le centinaia di km che ha già fatto e vuol saltare altre due tappe, prenderà un pullman che la porterà fuori Cammino, verso Lugo.. da li un altro ancora il giorno successivo verso Palas de Rei, nuovamente sui passi dei pellegrini.. questa deviazione di Daniella e il nostro stop in Sarria crea disagio in Claudia che ci accompagna al primo albergue che troviamo, comincia a sgomitare e a lamentarsi, mentre noi tre, senza ascoltarla troppo, prendiamo possesso delle nostre camerate.. dieci minuti neanche e Claudia riesce a buttar fuori il rospo, lo fa con leggerezza, senza appesantire quello che senza dubbio aveva dentro da un po di giorni.. ci saluta e sembra davvero alleggerire l'atmosfera che ci accompagnava per lo meno negli ultimi due giorni.. Daniella da buona brasiliana, in perfetto stile telenovela, pretende baci e abbracci strappalacrime.. l'idea di staccarsi da Claudia, nonostante ci sia già un punto di arrivo concordato dove ritrovarci tutti, la fa nuovamente esplodere nelle mille emozioni che solo a certe latitudini sanno vivere appieno, Mario Merola sarebbe orgoglioso di lei..
Arriva anche Esvet e decidiamo di pranzare tutti insieme.. sento la necessità di definire per bene la situazione del ginocchio, Sergio torna in albergue e Daniella decide di accompagnarmi al Centro di Salud..
Espletiamo l'accettazione.. la tipa parla a Daniella che mi traduce le richieste, io rispondo a Daniella che riporta il tutto in portoghese.. finiamo per sederci in sala d'attesa.. la tipa all'accettazione non riesce a far funzionare la fotocopiatrice, chiede aiuto.. ma nessuno sa come risolvere il dilemma tecnico, senza fotocopia del documento non va avanti la procedura.. prova con l'aiuto da casa.. fotografa la macchina e inoltra la foto a un non ben definito tecnico tramite WhatsApp.. ma non si arriva a capo.. ci riproviamo poi decide di posticipare la soluzione.. venti minuti e sento chiamare il mio nome, entro in stanza accompagnato da Daniella.. il dottore conclude che la miglior cura è il riposo.. dovrei fermarmi per almeno un paio di giorni.. non se ne parla nemmeno.. mi prescrive un antidolorifico.. mi obbliga a continuare col ghiaccio quotidianamente e mi consiglia una ginocchiera da indossare durante il cammino.. credo sia un compromesso accettabile..
Alla prima farmacia nuova collaborazione italo-portoghese per l'acquisto della ginocchiera.. il farmacista mi propone un assortimento profondo e curato.. han capito il businness da queste parti, vado nel mezzo, evito il primo prezzo.. ma non voglio neanche puntare alla ginocchiera impreziosita con swarovski.. mi prendo il mio tempo.. provo e riprovo il tutore, sento bene la tenuta sulla rotula.. esco dalla farmacia indossandolo.. adesso potrei correre, l'uggia non sparisce ma l'approccio alla camminata è sostanzialmente più sicuro.
Approfittiamo per farci un giro in centro, Sarria è una cittadina per noi già grande.. poco meno di quindicimila abitanti, ma ci appare bella viva e in pieno movimento.. il centro storico rimane accollinato più in vetta e lo raggiungeremo seguendo la freccia gialla del cammino.. cerchiamo e troviamo la stazione dei pullman per la partenza di domattina di Daniella, ripercorriamo a ritroso le stesse strade fermandoci ogni tanto per l'ennesima calamita da riportare in Brasile e ci rifermiamo al Pronto Soccorso.. il sistema sanitario spagnolo permette il rimborso di certe prestazioni.. la ginocchiera rientra nella lista e con una firma potrei provare anche in Italia anche se so già che risulterà tutto inutile. La tipa all'accettazione mi riconosce, mi richiede nuovamente la carta d'identità per la fotocopia di prima.. ha trovato la soluzione, infila il documento nel fax.. mi si ghiaccia il sangue nelle vene, io con quella ci devo riprendere il volo di ritorno.. Daniella mi guarda con un sorriso paralizzato tra la circostanza e il terrore.. la tipa, sorridente e soddisfatta, da il via al fax in modalità fotocopia e vedo il mio documento che si inclina di lato, comincia la discesa e s'infrena a metà con la mia faccia che cerca di star su, un po come al mare.. a pelo d'acqua.. l'ideona potrebbe finire in tragedia.. allungo la mano accompagnandola con una serie infinita di no sempre più veloci, la tipa capisce che rischia la puttanata e estrae il documento in tempo prima di affogarmi.
Con tutta la documentazione, inutile dalle nostre parti, e la ginocchiera indossata come un trofeo, torniamo all'albergue.. Sergino se la ronfa di brutto.. Esvet pure, decidiamo di affiancarli.. un pò di relax.. giornatina di vero recupero.. ci voleva.
Con l'aiuto di Tripadvisor decidiamo di mangiare in un localino gestito da italiani.. finiamo per cenare a lasagne e Sangria.. le nostre commensali vanno pazze per la cucina italiana e noi proviamo a spiegare che di italiano la lasagna che ci han proposto aveva ben poco.. Daniella ci parla del suo strano condominio a San Paolo, una villetta con tanto di giardino situato all'interno di un vero e proprio villaggio residenziale.. Esvet ci chiede le origini del nostro strano italiano.. le spieghiamo, leggermente ironici, che le voci fuori campo dei documentari non sono esattamente la lingua parlata.. decidiamo di introdurla ai vari dialetti che imperversano nello stivale.. partono teatrini degni di commedie esilaranti.. sarà la sangria o il bianco della casa, ma le risate vengon via con poco.. scendiamo a Napoli ed è impossibile non tirar nel mezzo Gomorra e le sue celebri frasi.. ci intestardiamo e da buon professore, per giunta madrelingua in tal caso, Sergino lavora sulla pronuncia della povera bulgara finchè, bicchiere in mano, non la sentiamo pronunciare orgogliosa:"bive.. aggia capì si me poz fidà e te".. 
La cena si protrae rilassata e godereccia tra risate e racconti.. la chiudiamo con un cheesecake di buon livello che Daniella bissa da asporto per la colazione di domattina. Ci ritroviamo di corsa a scendere verso l'albergue, tra dieci minuti ci lasciano fuori..
Sarà un caso, il vino o la Sangria ma la cena a quattro senza Penna Bianca è scivolata via come raramente è successo prima.. ci guardiamo con Sergino ghignando complici degli stessi pensieri.. ognuno ha il suo cammino..era così che è partito.. è così che domani ripartirà, Claudia con i suoi quaranta km giornalieri, quota perfetta per il suo passo, Esvet con i primi cinque o sei a cercar di tenerci testa per poi abbandonarci e passeggiare beatamente col proprio ritmo, Daniella alla ricerca dei suoi conterranei a Palas de Rei tra un pullman e un taxi a recuperar i settecento km che ha sulle gambe.. noi due nuovamente appaiati, bastoncini alla mano, a pestare bene i nostri venti, venticinque km di francigena memoria.. ognuno ha il suo cammino.

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