... Nelle molte giornate del cammino da effettuare, ve ne saranno di radiose e di necessariamente in ombra ed è principalmente in queste che il pubblico dovrà farse maggiormente sentire vicino agli atleti. Il campionato non si arresta né alla terza, né alla quarta domenica [...] quindi: avere fermamente fiducia! La vittoria, ne siamo certi, bacerà ripetutamente il nostro vessillo... Luigi Ridolfi

martedì 28 luglio 2015

Finisterre-Santiago

Ore 5.. l'orologio biologico è oramai abituato e mi sveglia senza rispetto.. mi rigiro un paio di volte e alla terza vedo Sergino che si dilegua furtivo verso il bagno.. ci metto un po a mettere a fuoco la scena e quando il cervello trova il segnale mi chiedo perchè si sia alzato così presto.. non riesco a darmi la risposta perchè svengo nuovamente nel sonno..
Ore 8, suona la sveglia ed è peggio di quella delle cinque, non ci siamo più abituati.. mi sento rincoglionito, ho dormito troppo.. mi fanno male gli occhi e per un attimo ho avuto paura di aver dormito con le lenti.. ma sono semplicemente gonfi.. scendo da quello che sarà l'ultimo letto a castello  spagnolo e senza star troppo a guardare mi infilo le infradito, scendo le due rampe fino a pian terreno dove ci sono i due bagni di servizio. Doccia fatta, mi rifaccio la rampa di scale, entro in casa e giro a sinistra per la cucina, butto il tubetto del dentifricio appena finito e ripasso dal corridoio per rientrare in camera.. passo il letto matrimoniale di Claudia e vado verso il letto a castello.. ci sono tre teste che ancora dormono.. una, la mia, ancora a letto.. no, qualcosa non torna, io sono sveglio e in piedi.. do una sguardatina alla camera nel suo insieme.. qualcosa non torna.. non è la mia camera.. smetto di respirare e sollevo i piedi dal pavimento.. indietreggio cercando di azzerare tutti i rumori possibili.. le infradito sembrano cingoli a pieno regime, guadagno la porta e fuggo dal portone di casa.. il mio appartamento, speculare a questo è al piano di sopra.. mi fermo a ricercare il respiro più adatto e rifaccio un'altra rampa di scale.. Rientro felice a casa mia e solamente quando vedo Sergio ripiegato sotto il letto mi guardo i piedi e mi rendo conto che le infradito che indosso sono le sua.. ho dormito veramente troppo..
Il tempo a Finisterre è più adatto a novembre, fa freddo e pioviggina.. ci fermiamo al primo barrino che troviamo per strada, non è una grande colazione, fa coppia con la sveglia.. Sergino si procura del limone da tenere in bocca durante il viaggio, è un consiglio di Lady Penna Bianca, nel caso di ennesimo pilota da formula1.
Arriviamo a Santiago che sono le undici, sani, salvi e con lo stomaco dolce.. non piove ma l'aria è freschina.. Sergio e Claudia vanno in fuga, io li seguo da lontano, è una strana sensazione, l'adrenalina mi ha abbandonato e cerco solo di limitare il dolore al ginocchio; arriviamo al nostro appartamento che ci ha prenotato Claudia, lei andrà in un albergue che le ha prenotato Daniella, che ha ancora un altra sistemazione.. siamo entrati in un frullatore gestito da altri, ma a noi poco importa, abbiamo un intero appartamento a nostra disposizione, due letti da una piazza e mezzo, una cucina e un bagno tutto per noi.. dei Signori.. siamo quasi a disagio ripensando ai precedenti quindici giorni, ma si sa che ad abituarsi al meglio si fa veloci.. Claudia ci lascia il suo zaino e va in cerca della sua sistemazione.. ci ritroveremo poi per le vie di Santiago.
Ci dedichiamo un breve riposo.. sistemiamo le nostre cose con la rapidità di due bradipi, dopo una quarantina di minuti ci chiudiamo la porta di casa dietro le spalle e ci inoltriamo per le viuzze del centro storico alla ricerca dell'Officina del Pellegrino.. la Compostela ci aspetta.
Dopo un paio di giri andati a vuoto troviamo la cattedrale, ma ancora non è il suo momento e finalmente l'officina.. la fila è composta, porta con se un leggero brusio, ma non ne vediamo l'inizio perchè si perde all'interno di una corte che si apre subito fuori dall'edificio.
Da bravi pellegrini attendiamo il nostro turno, c'è anche la possibilità di richiedere una compostela personalizzata, con tanto di luogo di partenza e km percorsi, ma decidiamo di rimanere sul classico.. arriviamo ad un ipotetica linea gialla ed entriamo al suono di una campanella, tocca a noi.. un bancone senza alcun divisorio con 7 o 8 desk ci aspetta, perdo Sergino, chiamato  più lontano.. mi appoggio al mio desk e sorrido al ragazzo seduto di fronte a me.. il tipo verifica la credenziale, la timbra un'ultima volta e mi informa che il nome sarà scritto in latino.. nel mentre devo riempire un modulino.. le solite generalità, luogo di partenza e motivazioni che mi hanno spinto a intraprendere il cammino.. ci sono tre caselle da poter barrare: motivazione Religiosa, Spirituale o Turistico-Sportiva.. Ci penso su.. voglio essere onesto, Religioso... passo oltre, San Giacomo mi capirà e apprezzerà la trasparenza, traccheggio su Spirituale.. qualche pensieruccio, qualche lacrima, qualche ovosodo mi han fatto buona compagnia.. ma no.. Turistico-Sportivo, ecco la mia scelta..
Il ragazzo mi da la Compostela e io gli do il mio modulino.. mi si allarga il sorriso, scorro rapido fino al nome.. comincio a leggerlo quando il tipo mi richiama l'attenzione..:"per la motivazione che hai barrato non è prevista la Compostela.."... il ghiaccio si impossessa delle mie vene, panico.. ho fatto più di trecento km e te non mi vuoi dare la Compostela?.. mi faccio rendere il modulino e mentre cancello la mia scelta lo guardo chiedendogli:"Spirituale?".. lui annuisce, io barro e baro, insieme probabilmente.. gli rendo il modulino e lo saluto.. tre passi e il tipo mi richiama un'altra volta.. un parto cesareo.. cos'ho combinato stavolta? mi sorride sventolando la mia credenziale.. il mix di sonno ed emozione è letale..
Facciamo un giro all'interno del peregrin store che ci accompagna come all'ikea verso l'uscita dall'officina e disgustati dal picco di business che si è fatto largo in questo mondo fermo al medioevo decidiamo di pranzare a bocadillos..
Ripartiamo per un giro tra i vari negozini dedicati allo shopping compulsivo dell'ultimo giorno.. ci sono un paio di pensieri che ho in testa da quando son partito.. ci perdiamo tra le varie piazze e viuzze.. Santiago ne è piena, localini e porticati fanno da cornice a una città presa d'assalto da zaini, scarponi e bastoncini provenienti da ogni parte di mondo.. un quarto d'ora e Sergino mi abbandona per evidenti problemi nella gestione post pranzo.. la fuga notturna delle cinque ripresenta il conto e lo fa senza aspettare il consenso.. ci diamo appuntamento di li ad un'ora, verso le 16etrenta.. finisco i miei giri e girello intorno alla cattedrale.. mi piacerebbe entrarci con Sergino, traccheggio un pò.. ci faccio un altro paio di giri, senza guardarla poi rompo gli indugi... entro.. l'incensorio fa bella mostra di se lassù in alto.. è ancora fermo, la messa del pellegrino c'è una volta al giorno, la nostra è domani.. mi limito a una visitina rapida e raggiungo il luogo dell'appuntamento.. entro in un bar, il caffè letterario, che domina la piazza da sopra la scalinata.. Sono quasi le 1630.. attendo Sergio e appare Claudia, Daniella è ancora a Finisterre.. il rapporto tra loro due presenta le prime crepe.. una sa dove sia l'altra, ci manca qualche passaggio fondamentale.. usciamo sulle scale e mi arriva un msg di Sergino.. ore 1632..:"ci sono".. ore 1634..:"devo tornare a casa".. la cosa si fa seria, decidiamo con Claudia di raggiungerlo a casa per capire come si sta evolvendo la situazione. Sergino è provato, tiene botta, ma preferisce restare in casa.. io accompagno Claudia al mercatino in cerca di un pensierino per la figlia e per la via incontriamo Daniella praticamente per caso che però ci lascia quasi subito, va a portare le sue cose a casa sua.. il mistero si infittisce.
Durante i giri con Claudia incoccio un tatuatore, non resisto ed entro.. i disegni che espone non mi fanno impazzire.. faccio alcune foto e il tipo mi chiede di evitare.. fingo un pò di interesse, gli chiedo prezzi e orari.. Claudia, tra il disgustato e l'impaurito, gli chiede come si fa a cancellare i tatuaggi.. la miglior domanda da fare a un tatuatore, non c'è dubbio.. continuiamo il nostro giro e trovo un altro tatuatore.. mi fermo a guardare i disegni, solita solfa del primo, niente da fare... non mi conquista, ma il richiamo è evidente, è destino.. il terzo che trovo sulla via per il mercato invece cattura subito la mia attenzione.. ha un tatuaggio simile a come me lo sono immaginato.. il ragazzo, che mi farà poi il disegno, mi fa parlare con una ragazza per le info di rito.. ho tempo fino alle 20 per confermare l'appuntamento per domattina..
Troviamo il mercatino.. Claudia entra e comincia una trattativa estenuante con la tipa.. la mia testa è altrove.. vorrei essere già a domattina e dopo una ventina di minuti siamo tutti e quattro nuovamente insieme.. io che faccio da lepre alla ricerca del tatuatore.. Claudia che finge di aiutarmi, ma in realtà inconsciamente rema contro.. i tatuaggi non le piacciono e non ne fa mistero, Daniella si perde per le vetrine e Sergino chiude il gruppo, camminucchia a mele strinte e mani in tasca, ha un passo che sa più di gestione che di rilassamento.
E' un vero e proprio dedalo.. come in un labirinto ripasso un paio di volte dallo stesso incrocio, mi sento frenato dal gruppetto, ci diamo appuntamento dopo le venti e mi involo per le stradine..
Eccolo.. finalmente, stavo per perdere le speranze.. entro, dieci minuti, pago l'acconto e fisso l'appuntamento dopo aver disegnato col tipo le dovute modifiche che mi ero immaginato..
Adesso basta aspettar che passi la notte..
Ritrovo gli altri sulle solite scalinate sotto il caffè letterario e finiamo tutti e quattro a cena.. pizza per tutti.. Claudia è in vena di divertimenti esagerati.. propone una Queimada.. una sorta di indianata a base di un cocktail che solo a sentirlo descrivere è già troppo dolce.. ci procuriamo il necessario per questo mix mortale per il nostro fegato e soprattutto per il nostro palato e riprendiamo la via di casa nostra mentre la pioggia da il benvenuto a un gruppo musicale che si sta esibendo sul palco di fronte alle scale del caffè letterario.. Entriamo in casa e Claudia non la reggiamo più, ha voglia di far nottata.. io e Daniella vorremmo dormire adesso, Sergino è ancora intento a testare la propria tenuta, è l'unica e sembra non capirlo..
Fortunatamente mancano un paio di ingredienti fondamentali, tra i quali l'accendino per scaldare il mix.. Daniella non esulta per rispetto, ma dentro sta facendo esplodere i fuochi d'artificio.. ha l'aereo alle 7.. tra 6 ore.. a noi non ci par vero di vederle andar via di schiena dieci minuti dopo.
Guardo Sergio in attesa di approvazione ricordandomi il pomeriggio, ricevuta mi infilo in bagno e lo occupo giusto il tempo per le classiche attività di rito prima di imbustarmi a letto, ignaro delle prime avvisaglie che il pellegrino superbo di la in corridoio già sta gestendo a fatica neanche fossero le doglie pre parto.
Dapprima mi avvisa sottovoce.. pregandomi di "accellerare le operazioni".. passano forse due minuti e mi bussa secco e incalzante alla porta senza aggiungere altro.. capisco pochi istanti dopo che la situazione in corridoio sta degenerando.. i passi sostenuti aumentano il ritmo e improvvisamente vedo aprirsi la porta, Sergino continua la sua marcia a impegnare testa e intestino.. le dighe però sono chiaramente aperte, a valle bisogna correre ai ripari.. la nave sta lasciando il porto e tutti e due sappiamo che esiste un solo mare.. e io lo sto occupando inopinatamente.. salto in piedi e dopo aver battuto tutti i record mondiali nella disciplina "pulisciti il culo e rivestiti" mi ritrovo proiettato verso la porta senza neanche toccare terra.. incrocio giusto un attimo il suo sguardo pieno di terrore accompagnato da un chiaro gesticolare tipico dei portieri quando chiedono alla squadra di salire, dei vigili quando devono far scorrere il traffico a causa di un incidente.. ecco, io ai suoi occhi sono un anziano al volante che non ne vuol sapere di mettere la seconda e lasciar libera la carreggiata.. mi vede, nonostante gli occhini anch'essi impegnati a trattenere tutto il trattenibile e intuisce il mio via libera.. come in Matrix ci scambiamo sotto lo stipite della porta un ipotetico testimone con movenze che definire rapide è un affronto.. Usain Bolt a confronto pare Lubos Kubik con la febbre.. il rischio nel veder campo libero è il rilassamento di chi sente propria la vittoria, Sergino mi spinge fuori come un nuotatore spinge l'acqua in vasca.. mi ritrovo solo e al buio del corridoio.. la porta dietro di me chiusa.. di Sergio neanche l'ombra, solo qualche flash che mi fa ricorstruire l'azione, sento uno strappo da dentro che mi fa definitivamente esplodere.. è un boato, dentro e fuori dal bagno.. è una risata unica, enorme e ingestibile.. Sergio da dentro risponde alternando gemiti degni delle peggiori torture di Guantanamo a risatine a denti stretti.. io non riesco a stare in piedi, sento le lacrime che mi rigano la faccia, lo stomaco che mi si contorce.. è un loop vizioso, più rido io, più si lamenta lui la dentro.. sarebbe bastato davvero un solo bastardo secondo di troppo, lo smanaccare stizzito definiva chiaramente gli ultimi istanti di coscienza.. un tempo interminabile si conclude improvvisamente.. si riapre la porta, esce.. provato, ma vincitore.. ripartono le risate, che non riesco davvero a controllare anche stavolta mentre tenta di spiegarmi la dinamica e i momenti clou.. si rende conto che non ci riesce e si lascia andare anche lui.. ci ritroviamo sdraiati ognuno sul proprio letto in preda a risate che ci rimandano al timbratore della cappellina di qualche giorno fa.. e allora diventa impossibile fermarsi.
Passano i minuti e il polso finalmente ci rende un battito consono per prendere sonno, rallentiamo il respiro e cominciamo la fase insperata del rilassamento.. la finestra aperta sulla stradina non filtra le voci.. mancano venti minuti alle una, si spenge la luce, ma il lampione che illumina la strada è generoso e entra in camera nonostante la tenda tirata a inverno.

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