... Nelle molte giornate del cammino da effettuare, ve ne saranno di radiose e di necessariamente in ombra ed è principalmente in queste che il pubblico dovrà farse maggiormente sentire vicino agli atleti. Il campionato non si arresta né alla terza, né alla quarta domenica [...] quindi: avere fermamente fiducia! La vittoria, ne siamo certi, bacerà ripetutamente il nostro vessillo... Luigi Ridolfi

sabato 25 luglio 2015

Melide-Arzua

Tre giorni.. solo tre giorni e Santiago è nostra.
La sveglia sarebbe puntata alle 7, ma almeno un'ora prima già mi godo il soffitto.. la cameratina da sedici letti è silenziosa, non mi par vero.. ci sono solo due bagni al piano.. altri cinque minuti e mi avvantaggio sul gruppo.. non faccio in tempo a pensarlo che qualcuno dabbasso, dalla sfilata di letti di fronte fa partire una sonora sveglia naturale, vabbene che siam pellegrini ma qualcuno mi sa che si è fatto anche male.. fortunatamente son lontano e non pare accompagnata da ombre silenziose che finiscono generalmente per prendere alla gola.. mi ritrovo girato verso il basso a cercar conforto dal prof, ma se la dorme della grossa.. sembro l'unico ad averla sentita, il silenzio appena appena interrotto ricompare come se nulla fosse accaduto, ma se valgono certe regole, beh.. adesso col cazzo che mi alzo per andare in bagno.. sarebbe come costituirsi per salvare la vita al delinquente.. 
Ci ritroviamo in cucina a far colazione con le fanciulle andaluse.. un ciclista pare in preda ad una crisi depressiva, si aggira attorno al tavolo e chiede sommesso se qualcuno ha trovato la sua credenziale.. ci guardiamo con Sergio e contriti rispettiamo il dolore per la perdita improvvisa abbassando nuovamente la testa sui plumcake ufficiali delle colazioni spagnole.. trenta secondi e verifico che la mia sia al suo posto.. non lo vedo ma credo che anche Sergio abbia fatto lo stesso.. perder la Credenziale adesso è un pò come partir da centrocampo palla al piede, bersi mezza difesa, presentarsi davanti al portiere che sviene e lasciar correre via il pallone oltre la linea di fondo senza provare neanche a tirare.. Susana non ci pensa su poi così tanto e regala di fatto la sua credenziale al ciclista, chiedendogli di stare attento d'ora in avanti.. lei la Compostela l'ha già presa alla fine del suo primo cammino.. non smetterò di abituarmi a queste improvvise boccate di gesta di puro altruismo che ci circondano da quando siam partiti.. La cucina va svuotandosi pian piano.. mi guardo i piedi e decido che per oggi posso fare a meno della prevenzione Betadine.. è un azzardo, che toglie una certezza, anzi la prima di tante degli ultimi dieci giorni.. vada per i cerotti.
Si parte ed è bosco.. bosco ovunque.. bosco e ancora bosco.. tanto da far nausea.. 
Passate le dieci ci fermiamo a far colazione.. vediamo sfilare altri pellegrini che ci seguivano, tra di loro pure le fanciulle che si erano attardate all'albergue.. proseguiamo insieme.
Le Andaluse, contrariamente a quel che faceva pensare l'atteggiamento e la convinzione che distribuivano a piene mani, si presentano con un paio di zainetti da sortitina domenicale all'olmo, scopriamo che si fan trasportare gli zaini fino a Pedruozo.. nostra fine tappa di domani.. noi ci femeremo prima, ad Arzua.. tappina, certo.. ma così arriveremo a Santiago giusto in tempo per poter proseguire verso Finisterre, ritornare a Santiago e avere un giorno libero per gustarcela prima di riprendere il volo per Bergamo.. inutile arrivare con troppo anticipo.
Durante il tragitto ci scattiamo un pò di foto.. qualche selfie, panoramiche.. ogni volta pare di dover partecipare a un concorso di bellezza.. Susana necessita di alcuni minuti per specchiarsi e mettersi in posa.. fanculo se il resto della foto fa cacare o viene mossa.. continuiamo per alcuni km rastrellando il tracciato a quattro.. poi ci allunghiamo e definitivamente ci perdiamo con passi differenti..
Sergino mi condivide una cuffia per farmi ascoltare una versione di "Dillo alla Luna" di Mia Martini.. inarrivabile per il prof.. sdubbio un pochino, preferisco di gran lunga l'originale, quaranta km a Santiago.. a pensarci non sembra neanche possibile.
Superiamo Ribaiso e il panorama si allarga.. raggiungo e supero una vecchina con tanto di bastone, alto come lei, zaino più alto ancora, piegata in avanti per bilanciare un peso che pare sovrastarla.. le do il buen camino titubante, sillabando bene come quando ripeto qualcosa per l'ennesima volta a mia nonna.. di rimando ricevo un altrettanto buen camino cazzuto a testa alta.. questa mi sotterra, riparto di slancio e mi obbligo a un passo decisamente inutile... con tanta stima ma arrivare dopo di lei sarebbe uno smacco inenarrabile.. mezzogiorno in punto e siamo ad Arzua, incrociamo il cammino del nord.. il paesino pare la copia dei precenti.. inutili e sconosciuti se non per chi ha intrapreso il cammino francese.
L'hospitalera ci accoglie a muso serio.. ci chiede di attendere il media dia.. "certamiente" la nostra risposta.. poi ci interroghiamo su che ora possa coincidere con sto media dia.. sarà ì tocco fiorentino.. 
Dieci alle una, si ingrossano le fila in attesa di un letto.. Miss Sorriso si accapa fuori e ci fa cenno di entrare.. abbiamo pure il separé, la nostra privacy è tutelata, ma il pellegrinaggio comincia a sconfinare troppo nel turismo.. pochi zaini e molti bagagli..
Doccia.. siamo i primi a entrarci e ce la godiamo fino al black out, nudi e insaponati restiamo in attesa di qualcuno che muova appena l'aria, ideona la luce temporizzata, ma il buio pesto c'ha reso immobili per almeno dieci minuti.. c'è coda all'unico lavello disponibile così optiamo, da texani, per lavadora e secadora.. 
Nel frattempo arriva un gruppone di Padova.. ragazzetti di chiesa accompagnati probabilmente da catechisti.. tra di loro si fa largo, punta di diamante della comitiva, un ragazzetto segaligno, con gli occhiali, perennemente sorridente.. arriva in coda al resto del gruppo.. a letti assegnati, mugugna per la sistemazione e sembra decantare la stanchezza accumulata traccheggiando qualche minuto senza smontare neanche lo zaino.. escono dalla stanza accanto due fanciulle straniere.. il Jerry Calà de noantri non perde tempo e si frappone tra la coppia di inconsapevoli vittime e l'uscita e, ancora sudato fradicio, esordisce con un:"Can I help you?".. buttato li ad aprire le danze, almeno così crede.. le fanciulle lo guardano e si guardano interrogative.. il biondino non si perde d'animo e ripete "Can I help you?" facendo lo spelling,  muovendo il capino e sorridendo ancora, con l'espressione di chi la sa lunga.. al quarto "Can I help you?" si incanta e ripete altre tre volte la domanda, le fanciulle cercano di divincolarsi dalla marcatura stretta e lo stalker abbassa il sorriso e mesto, con lo sguardo che piega verso il basso, congeda la coppietta di prede chiosando con un:"..magari prima faccio una doccetta eh?.. see you later..".. il personaggione delizierà le nostre prossime giornate a sua insaputa pasturando a mani basse ovunque lo porterà questo ultimo pezzo di cammino.
Ghiaccio per tutti e due, Hamburger per pranzo e mentre io porto in fondo i miei compiti da bella lavanderina, Sergino prenota l'albergue per domani... altre due tappine da venti km e siamo da San Giacomo.
Ronfata epocale pomeridiana e quando riesco a riprender coscienza di me ci avviamo per il solito girellino in paese.. par d'essere a Chiesina Uzzanese, con tutto il rispetto.. ci sono pure i bazar gestiti dai cinesi.. c'è poco da fare, sono ovunque.
Decidiamo per un aperitivo in quella che sembra la piazza principale del paese.. la situazione è d'un triste che ho i sensi di colpa per aver tirato in ballo Chiesina.. probabilmente finiamo per cenare nel più infimo localino del paese.. il menù del pellegrino pare composto dagli avanzi sparecchiati da una cena precedente.. ci ritroviamo seduti dove stamani aspettavamo che Miss Sorriso ci facesse entrare.. un paio di Estrella Galizia a testa, gambe distese e ghiaccio sul ginocchio.. Frescheggiamo in attesa delle undici quando l'hospitalera meno ospitale di Spagna comincia a spenger tutto.

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