... Nelle molte giornate del cammino da effettuare, ve ne saranno di radiose e di necessariamente in ombra ed è principalmente in queste che il pubblico dovrà farse maggiormente sentire vicino agli atleti. Il campionato non si arresta né alla terza, né alla quarta domenica [...] quindi: avere fermamente fiducia! La vittoria, ne siamo certi, bacerà ripetutamente il nostro vessillo... Luigi Ridolfi

lunedì 27 luglio 2015

O' Pedrouzo-Santiago-Finisterre

Ore cinque e trenta.. è già un bel via vai.. i due orientali han già lasciato l'albergue da non si sa quanto, ma su di loro avrei vinto la scommessa, fan vita a se.. impreparati come il primo giorno finiamo per far colazione alle macchinette.. un'oretta scarsa ed usciamo tra la foschia infilandoci rapidamente in un bosco di eucalipti.. cominciano gli ultimi venti km del nostro cammino.
Il vento in faccia e il cielo coperto non ci rallentano, teniamo un passo deciso.. grintoso quasi, la voglia di arrivare a Santiago non è descrivibile.
Ci impegniamo in una salitina e per la prima volta da che camminiamo sono io a passare il bastoncino da nordic al prof.. il cielo finalmente si apre, togliamo i coprizaino messi per paura dell'acqua si riparte.
La città sembra dover apparire da un momento all'altro, ma mancano ancora 12 km.. un vecchino fermo a lato del cammino sembra aspettare proprio noi, ed è un pò così.. io tiro lungo, Sergino rallenta e l'anziano gli attacca un pippone esagerato, ovviamente in spagnolo, al quale il prof naturalmente annuisce senza poi capire totalmente l'affaire che gli propone.. solo grazie al fogliettino si intuisce che si tratta di camere in affitto a Santiago.. ci liberiamo dell'affittacamere a fatica, pur di finire le presentazioni camminava di pari passo con noi... scolliniamo e la cappellina di Santa Lucia ci chiama irresistibilmente, timbro sulla credenziale e si riparte per l'ennesima salita.
Passiamo lungo il perimetro della rtve e con non troppa convinzione ci fermiamo al bar di un campeggio per fare colazione... la tensione che si respira ci avrebbe fatto continuare ancora, fino a Santiago.. 
Ore 10, Monte do Gozo.. ecco il monumento che ricorda l'Anno Santo Giacobeo del 1993, ennesimo timbro, di quelli fai da te.. le fila si ingrossano, c'è coda per il timbro e siamo in coda nella discesa che porta in città.. mancano 5 km, ci inoltriamo per delle scalette che affrontiamo come se fossimo sui tacchi.. il dito del piede destro mi lancia ammonimenti tipici del periodo prevescica, mi vien da ridere.. proprio l'ultimo giorno..
Attraversiamo il ponte sull'autostrada ed entriamo in periferia.. si sente bene l'adrenalina di chi ha vinto, di chi alza la coppa.. di chi chiude un cerchio faticoso.. di chi arriva.. è non c'è niente che ci aspetta se non la nostra consapevolezza.. Siamo in città, cerchiamo un cartello che ci possa dar conforto e la possibilità di testimoniare che ce l'abbiamo fatta.. insieme... il cartello finalmente c'è, ci giriamo e per uno strano incanto non c'è traccia di pellegrini.. nessuno che possa farci la foto.. cinque minuti e di là dalla rotonda ne appare uno.. il fotografo che aspettavamo.. finalmente in posa, giglio in mostra e sorrisi da copertina.. sono le 1045.. abbiamo tenuto un ritmo degno dei primi giorni.
Seguiamo le indicazioni per il centro, siamo dubbiosi sul da farsi.. il pullman per Finisterre parte tra poco meno di un'ora.. c'è una piccola battaglia dentro ognuno di noi, una parte vorrebbe entrare in Santiago, arrivare alla cattedrale e godersi l'arrivo per come ce lo siamo immaginati sin dall'inizio, un'altra parte spinge per cercare la stazione dei pullman per arrivare a Finisterre in tempo per la serata.
Ci fermiamo ad un bivio, chiediamo indicazioni.. siamo a metà tra la stazione e il centro.. decidiamo di raggiungere la stazione, verificare l'orario di partenza e fare i biglietti per poi tentare l'ingresso in piazza nel tempo rimanente.. 
Entriamo in stazione e cerchiamo la biglietteria.. una serie di sportelli, numerose compagnie di trasporti.. abbiamo la testa per aria, gli occhi puntati ovunque e l'orologio in pressing che ci sta chiedendo quanto tempo ancora vogliamo sprecare.. una voce fuori campo, femminile:"Alejandro.. Serghio".. ci giriamo e ci ritroviamo davanti Susana e Nieves, anche loro alla ricerca del pullman per Granada.. ci eravamo promessi un pò di tempo insieme a Santiago senza però mai fissare.. c'ha pensato il caso..
Insieme scopriamo che c'è un pullman che parte alle 1430 e viene naturale posticipare la partenza.. pranzeremo tutti e quattro insieme.
Le 1430 arrivano correndo, interrompendo di fatto un pranzo pieno di foto, risate e messaggi vocali inviati ogni dove.. le cugine andaluse ci riaccompagnano alla stazione, loro partiranno in serata.. l'ora dell'addio è arrivata, ci sprechiamo nuovamente in foto e sorrisi.. cominciamo ad apprezzare le nostre prime reazioni.. le prime ferite, le emozioni che ogni ultimo giorno regala, stiamo chiudendo un libro cominciato quindici giorni fa e le poche pagine rimaste le stiamo scorrendo piano, un pò come fanno i giocatori di poker con le carte in mano.. per viverci tutto come è successo dall'inizio, senza perderci neanche una virgola e saranno tutte ventate emotive che ti entrano dentro e ti ritornano a gola anche ore, giorni dopo.. non poteva essere differente.
E' strano dover star seduti per arrivare dove vogliamo andare... ci aspettano due ore di pullman.. con noi salgono anche una tipa col braccio ingessato che avevamo già visto e perso al nostro arrivo a Leon, un tipo incrociato a Palas de Rei mentre pranzavamo.. ci pareva spagnolo, tanto da infamarlo neanche poi così sottovoce mentre barcagliava una fanciulla, ci risulta invece italianissimo e una torinese che scopriamo aver fatto le prime tappone con Claudia.. si piazza nei sedili dietro i nostri e spesso infila la faccia tra i nostri poggiatesta.. ha un timbro di voce fastidiosissimo, sembra sentire la necessità impellente di informarci sul suo sogno.. vuole fare l'hospitalera sulla francigena, scrive delle poesie e noi ovviamente annuiamo sorridenti senza domandarle alcunché.. risposte chiuse che però sembrano ahimè non smorzare l'entusiasmo da hippie mancata.
Devo spostarmi.. cerco una coppia di sedili liberi, devo distendere il ginocchio.. mi siedo dietro la poetessa e allungo la gamba fino a toccare il finestrino.. il dolore si calma, ma non sparisce.. il pilota di formula uno che ha preso possesso del pullman vuole fare il giro più veloce.. Sergio, dalla terza fila, non mi risponde più, alla seconda domanda si alza e si piazza quasi in collo a Alain Prost.. la torinese sembra non accusare la guida sportiva e a più riprese si infila nuovamente tra i poggiatesta sorridendomi.. mi informa che ha appena scritto un'altra poesia, l'unica cosa che riesco a farle è un sorriso di quattro secondi, rischio di vomitarle addosso, devo tenere fermo il ginocchio che fa da tergicristallo sul finestrino e poi sinceramente non me ne po fregà de meno.. cinque minuti e la vedo allungata oltre il bracciolo che racconta della sua passione ad un'inglese.. le passa un foglio con la poesia e l'inglese finge, ovviamente, grande interesse.. abbiam trovato la balia, siamo a cavallo.
Eccoci a Finsterre.. incrocio lo sguardo di Sergino, non ha una bella cera, non ha vomitato per miracolo, ma in un altra vita metterà le mani addosso all'autista frustrato.. scendiamo e troviamo Claudia e Daniella che ci aspettavano.. C'è un piccolo capannello formato da pellegrini e affittacamere.. abbracci di rito e ci diamo appuntamento tra un'oretta.. Daniella sta dalla parte opposta, noi con Claudia in un appartamentino proprio alla fine del paese, all'inizio del cammino per il faro.
Condividiamo la camera con Claudia e un'altra italiana che vedremo due volte, una ci sorriderà e l'altra ci dirà ciao.. stop.. nell'altra camera dell'appartamento ritroviamo la brasiliana di San Martin del Camino che "dorme" insieme a un polacco che scopriremo saper parlare solo la sua lingua.. 10€ a notte e soprattutto non abbiamo orari da rispettare.
Alle 1730 ci avviamo verso il faro.. un'oretta e mezzo di cammino, andatura da spiaggia, senza zaino rischio di volare, ma ci pensa il ginocchio che continua a ricordarmi di se.
Arriviamo al faro che sembriamo li per caso.. la sensazione dura è quella di aver chiuso davvero tutto.. l'adrenalina sparisce lasciando spazio alla stanchezza, ci rilassiamo dabbasso, oltre il faro, seduti sugli scogli mentre beviamo un paio di bottiglie di vino e l'oceano a farci da tovaglia per questo strano aperitivo fatto di olive e patatine.. notiamo che Daniella parla un brasiliano più chiaro, pulito dell'altra brasiliana che ci spiega le motivazioni senza curarsi troppo del fatto che, come a San Martin, continuiamo a non capire una mazza.. il polacco intanto se la stringe bene in abbracci degni delle prime ore dell'innamoramento, non parlerà altro che la sua lingua, ma si spiega bene e la brasiliana apprezza, qualcuno le fa notare che noi di qua, in inglese, capiremmo di più e lei ci accontenta parlandoci un meraviglioso inglese scolastico degno di Panariello, chiudendo tutte le frasi con: "Andestengi?".. Anche Claudia colta probabilmente dai fumi dell'alcool, con uno strano romanticismo dettato dalle onde del mare ci riempie di frasettine da bacio perugina finendo per contraddirsi continuamente.. Sarà la stanchezza, il vino o le puttanate che ascoltiamo però siamo costretti a voltarci a più riprese, reggendoci forte per non volare in mare per le risate che cerchiamo inutilmente di nascondere.
Riscendiamo in paese che son le ventidue e ci ritroviamo a cena tutti e quattro come una settimana fa.. Claudia ci parla dei suoi progetti, del suo prossimo mese che passerà con la figlia a Viareggio.. Daniella chiede la password per la wifi e ci invita ufficialmente a San Paolo.. l'insalata di mare di Sergino non mi sembra la miglior scelta, io preferisco il classico polpo così come Claudia dopo aver chiesto l'ennesima paella che sembrano poter fare solo pranzo.
Rientriamo in camera che l'altra italiana già dorme, sono le una di notte e non ho neanche le forze per lavarmi i denti.. guardo Sergio, abbiamo il pullman per Santiago alle dieci e quaranta.. la sveglia non la metto neanche.. ancora non abbiamo girato l'ultima di copertina.

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