... Nelle molte giornate del cammino da effettuare, ve ne saranno di radiose e di necessariamente in ombra ed è principalmente in queste che il pubblico dovrà farse maggiormente sentire vicino agli atleti. Il campionato non si arresta né alla terza, né alla quarta domenica [...] quindi: avere fermamente fiducia! La vittoria, ne siamo certi, bacerà ripetutamente il nostro vessillo... Luigi Ridolfi

venerdì 24 luglio 2015

Palas de Rei-Melide

Stamani si scialla alla grande, scendo in lavanderia a riprendere gli scarponcini che son le 7 passate..
Dalla finestra s'intuisce la pioggia che cade.. prima o poi dovevamo battezzarci pure noi sotto l'acqua spagnola; la corsa al SellopiùBello ci chiede una sosta dopo pochi metri, la chiesa di Palas de Rei è proprio di fronte all'albergue.. il volontario ci chiede una firma, da dove veniamo e da dove siamo partiti con le nostre gambe.. scorro con lo sguardo le partenze dei pellegrini che han firmato prima di noi.. pochi prima di Leon.. moltissimi da Sarria..
Lasciamo il paesino sotto una pioggia battente che si accende e si spegne ad intermittenza.. è tutto un leva e metti il kway.. Sergino abbozza una mise del tutto personale finendo per indossare solo il cappuccio, copre lo zaino con il resto.. un kway a bandiera grazie al vento che arriva teso e fresco.. un Sergino Batman che mi fugge davanti noncurante del tempaccio.
Ore 10eventi.. la pioggia ci da una tregua seria.. siamo mezzi.. di sudore, arriva nuovamente il vento e subito sento la mi mamma fuori campo che mi dice di coprirmi che mi si ghiaccia il sudore addosso.. dieci minuti scarsi e arrivano i primi tentativi del sole... scalda come un microonde, ogni due minuti finisce la corsa e suona la campanella e non c'è nessuno che gira la ruzzola..
Il ginocchio pare rispondere bene alle pasticche e alle discese, accenno un sorrisino.. ma subito mi muore in bocca.. butto gli occhi al cielo e ringrazio San Giacomo per la pazienza.. mi rivedo in bagno, all'albergue che mi tolgo la magliettina "Galizia Calidade", quella per le belle occasioni che c'han regalato su a O' Cebreiro e l'appendo davanti alle docce.. mi sento dire:".. ricordiamocela..".. e mi vedo anche uscire senza magliettina.. abbandonata tristemente nella toilette di un albergue.. azzarderei pure un tentativo andata e ritorno, ma non trovo il coraggio di dirlo al prof.. pace all'anima sua, era destino che la Galizia non mi avesse come omino sandwich all'ingresso trionfale in Santiago.
Ore 1045.. oltrepassiamo un barrino, nessuno dei due sterza, ci buttiamo comunque l'occhio ed ecco che ci appare Esvet in pieno breakfast time.. Sergino tira dritto, camminicchio sul posto, lo allontano con lo sguardo e mi fermo a comprare due banane.. mini.. vedere Esvet felice davanti al suo panino mi ha aperto lo stomaco, raggiungo Sergino con le mie banane.. costo totale dell'operazione 1€.. alla faccia dell'inflazione.
Ci fermiamo catturati dalla scritta Sello, che oramai leggiamo ovunque e come ripestiamo i nostri passi ci accorgiamo che Esvet sta marciando sicura poco avanti a noi.. azzardiamo una corsetta, gli zaini ci tolgono leggiadria.. sembriamo piuttosto due copie Pinocchio muniti di bastoncini.. poco importa l'estetica, la testa ci fa correre.. non è poca cosa con quasi trecento km sul groppone..
Ci ricordiamo che Esvet odia, per non si sa quale ragione, il motivetto che accompagna Indiana Jones nelle sue avventure, la raggiungiamo alle spalle e contiamo fino a tre.. al cenno di Sergio le entriamo in visuale canticchiando a squarciagola la colonna sonora: Impassibile.., alza lo sguardo solo per evitar di pestarci.. maledette cuffie.
Allungo e lascio Sergino con Esvet.. entro in scia a una serie infinita di famiglie munite di bambini, correttamente corredati di zainetti e piccoli bastoncini, mini pellegrini a tutti gli effetti; ne ho uno davanti, avrà dieci anni.. provo a superarlo, ma il giovinastro pare ignorare le più nobili regole del senso civico.. ho trent'anni di più, non sarà proprio come sul 14, ma fammi posto.. il mini pellegrino non molla, provo a tenergli il passo, ma mi va via pare unto.. finalmente accorcio le distanza, il nino si ferma e lo supero.. è vana gloria perchè riparte, mi raggiunge, mi risupera senza patire poi così tanto e mi stacca definitivamente uccidendo il mio orgoglio e la sfida.
Mi raggiungono i due companeros.. Esvet tira dritto e noi la lasciamo andare.. Sergino mi affianca, lo aggiorno sul cimento col pischello e finisce col sostenermi lanciando nuove sfide a un gruppetto di ragazzini.. azzardiamo pure un sorpasso sulla destra.. i tre giovani cedono il passo, ma non siamo noi a superar loro.. sono loro che preferiscono farci passare, ma la storia si sa, la scrivono i vincitori.. noi, su questo, bipassiamo godendoci il primato.
Entriamo nella periferia di Melide.. siamo a tappa, la cittadina fa da incrocio col cammino primitivo che scende dal nord.. ed è famosa per il polpo, dieci minuti e siamo in pieno centro.. polpi ovunque, manca di vederli camminare con gli zaini.
Prendiamo possesso dei nostri letti, l'albergue che ci han fissato da Palas de Rei è di buon livello.. la camerata ha sedici letti, ma solo due per ora sono gà sfatti.. cominciano i preparativi doccia, bucato e relax.. al secondo rientro in camerata conosco Susana e Nieves, titolari degli unici due letti disfatti, spagnole di Granada, Andalusia.. il rimando al Ciclone è quasi automatico e noi sembriamo come due spettatori ad una partita di tennis, anzi, di ping pong, per la rapidità con cui l'una o l'altra ci riempiono di domande.. una sa solo lo spagnolo e se ne batte se non la capisci, l'altra azzarda un buon inglese.. come sempre finiamo per parlare più lingue insieme, facendo da interpreti e traducendo a vicenda mescolando tutto.
Finiamo per pranzare in una panaderia.. un pò come entrare dal panettiere e mettersi a sedere.. un filoncino e due rosette, ripiene però.. il paese è morto, sono le due.. facciamo un giretto, chiesa compresa.. il tempo è ancora indeciso così decidiamo di rientrare.
Sergino collassa a mattone.. io scendo giù in cucina per rimettere in fila i miei appunti, evito le chiacchiere della tv con le cuffie, ho solo gli U2 nell'iphone e me li ascolto in loop.. mi perdo tra le mie parole e quelle di Bono Vox, con tutto il rispetto.. e perdo cognizione del tempo finchè non si allontanano quelle di Bono.. Susana mi toglie le cuffie e mi chiede se voglio far merenda.. mi fa ridere, sarà trent'anni che qualcuno non mi chiede di far merenda, accetto l'invito e mi avvicino al tavolo.
Le fanciulle apparecchiano a brunch.. dieci minuti e arriva sornione pure Sergino, ha le righe del lenzuolo che gli delineano la gota destra, l'occhino di chi ancora non ha deciso se svegliarsi davvero e il timbro di voce di chi ha appena fumato un pacchetto di marlboro.. Ci conosciamo meglio.. le Andaluse sono davvero un ciclone, hanno palabras per tutti.. organizzano una festa di compleanno per una cinese, indottrinano un paio di ciclisti sull'indifferenziata in uso in spagna e invitano altri due pellegrini al tavolo.. ci facciamo consigliare un posticino dove poter gustare il polpo e le salutiamo.. aperitivo a vino tinto e polpo alla gallega accompagnato da patate e pimientos, che rapiranno per sempre il palato del prof.. intratteniamo una mini lezioncina di storia della cucina col cameriere per farci spiegare a cosa servono quel paio di ciotole di ceramica che c'ha portato e da veri galiziani finiamo per ubriacarci di vino tinto sorseggiato garbatamente con i nostri nuovi bicchieri spagnoli; chiudiamo la miglior cena in terra straniera con tiramisù e torta de queso.. memorabile.
Rientriamo in albergue che il freddo ci entra nelle ossa, entrar nel sacco letto è un attimo.. è fine luglio e intanto a Firenze pare l'Africa.

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