... Nelle molte giornate del cammino da effettuare, ve ne saranno di radiose e di necessariamente in ombra ed è principalmente in queste che il pubblico dovrà farse maggiormente sentire vicino agli atleti. Il campionato non si arresta né alla terza, né alla quarta domenica [...] quindi: avere fermamente fiducia! La vittoria, ne siamo certi, bacerà ripetutamente il nostro vessillo... Luigi Ridolfi

domenica 17 luglio 2016

Atapuerca - Burgos

Rilassatini, cominciamo a sentir l'odore dell'arrivo, la bandiera a scacchi di Burgos è laggiù alta che sventola, che ci indica il traguardo e soprattutto l'unico bar del paese apre alle 7..
Ci ritroviamo intruppati con altri pellegrini nell'aia antistante l'ingresso, un po' come quando aspettavamo l'uno alla stazione per andare a scuola.. tutti con lo zaino, un po' assonnati e ancora poca voglia di incamminarci.
Partiamo una mezz'oretta dopo.. e ci lasciamo alle spalle Atapuerca infilando lentamente una salitina che resterà l'unica di tutta la tappa; neanche tocchiamo metà collina che il tracciato ci viene sbarrato da un anziano che cammina nella direzione opposta alla nostra, ha già intercettato un paio di pellegrini ma sembra aspettare anche noi per dirci qualcosa che non possiamo non sapere prima di continuare.. 
Una volta certo dell'attenzione di tutti ci sviolina una serie di palabras quasi totalmente incomprensibili per noi, un po' per lo spagnolo stretto, un po' per una dizione ovviamente legata a un passato ormai superato dallo spagnolo corrente.. e finisce col proporci un'alternativa al percorso ufficiale.. non troppo chiara, soprattutto la motivazione.. ci basta una sguardatina e il nostro tradizionalismo ci fa rifiutare la busta e continuiamo.
Arriviamo alla vetta della collina che son le 815, mille metri tondi tondi e il fiatone di chi è stato preso d'infilata e si è visto passare l'autobus sotto il naso.. il panorama che ci si apre davanti è a sedicinoni.. tocca far da spettatore di una partita di tennis per apprezzarne la vastità, da qui in poi è una discesa unica.. Burgos sullo sfondo appare più vicina di quanto sia in realtà.. e soprattutto enorme  se confrontata con i paesielli finora incocciati.. 
A metà discesa prendiamo per Villaval dove ripeschiamo il francese con il quale cenammo la sera della semifinale degli europei a Larrasoana, ci salutiamo da vecchi amici e lui, orgoglioso ci presenta una francesina che lo accompagna.. il tempo di scambiar due parole, Sergino neanche riscalda il suo francese che ce lo perdiamo all'orizzonte, felice e rapido come una lepre in una Milano-Sanremo.
Digerita la disfatta francese, rientriamo nei campi di grano fino a Cardenuela Rio Pico.. sono le 9 e ci prendiamo una sosta a Orbaneja.. primo agglomerato un pochino più serio, già si respira aria di periferia.. Ci sediamo fuori da un bar, non facciamo in tempo ad entrare che arriva la nonna norvegese, la tosse finalmente sembra averla abbandonata.. traccheggia giusto cinque minuti con noi e riparte.
Dieci minuti neanche e arriva la nipote, finalmente mi si chiarisce la relazione e la storia, tutta nordica.. la nonna che raggiunge Santiago con la nipote diciassettenne, a tappe in completa autonomia.. un'indipendenza che in Italia neanche la penseremo. Adesso siamo noi a ripartire e raggiungiamo un bivio che ci introduce la zona industriale e stavolta siamo noi a preferire la deviazione che la evita portandoci a camminare lungo l'aeroporto di Burgos..
Un ciclista ci supera e ci ritorna affiancato per spiegarci la strada che dovremmo ritrovare una volta in città.
Il caldo diventa asfissiante.. è quasi mezzogiorno e il sole da lassù ci punta la testa senza pietà.. attraversiamo il ponte a Castagnares e ci infiliamo per la ruta del rio che ci apre per le Cascine di Burgos, un parco fluviale che si estende seguendo il fiume Arlanzòn, tagliando di fatto in due la città.
Ho il ritmo giusto per l'arrivo trionfale e soprattutto il fiato corto e il passo macchinoso di chi sa che se si ferma non riparte più neanche spinto, Ellen rallenta, fa capire che preferisce descansar e Sergino l'accontenta.. io proseguo, ci diamo appuntamento all'albergue municipale, mi mangio una serie infinita di ponti che mi lascio sulla destra fino ad attraversarne uno, quello del Cid che mi regala la spettacolosa piazza della cattedrale.. una meraviglia che riempie gli occhi e merita la fatica appena sopportata.
Non riesco ad aspettare Sergino, ho bisogno di una doccia, un bagno, un letto e lasciare andare lo zaino.. l'albergue sarà anche municipale ma è tenuto come fosse aperto da oggi, mentre mi preparo per la doccia mi si accapa pure l'hermano, Ellen ha prenotato un albergo vero e proprio e ci ha abbandonato, definitivamente scopriremo poi dopo..
Il polpo alla gallega ci rifocilla degnamente e decidiamo di evitare il caldo oramai padrone della città infilandoci per un tour con tanto di guida audio della cattedrale.. l'inizio è un po' come in prima superiore.. alunni modelli, ascoltiamo tutto, non ci perdiamo neanche una virgola, una colonna, un dipinto.. poi al centesimo trafiletto ci ritroviamo seduti su una panca con mezza cuffia sul collo e la voce che ci descrive un qualcosa di oramai perso per i meandri dell'enorme cattedrale.
Riusciamo che sembra passata una giornata intera, in realtà il sole è ancora alto, il caldo è sempre pesante e oggi il tempo sembra essersi fermato appena toccate le una.
Troviamo, non con senza fatica, la stazione dei bus; la nostra Santiago per questo duemila16 è Burgos, il pullman partirà per Leon domattina alle 1030 e ci mollerà a in Castiglia tre ore più tardi esattamente come un anno fa. Finiamo per galleggiare poco dopo le 18 a strasciconi per il centro di Burgos ingannando il tempo prima in un mercatino dell'artigianato, poi sgranocchiando lentamente uno degli aperitivi più affollati di sempre.. le città spagnole ricominciano a respirare e a vivere solo dopo una certa ora e lo fanno come se dovesse iniziare un film al cinema, affollando ogni tavolino, ogni locale, ogni piazza.
Son le 2150 quando ci trasciniamo verso l'albergue, traslochiamo l'uno nel letto dell'altro per mantenere la disposizione di sempre nonostante l'hospitalero abbia tentato di sistemarci diversamente. 
Il tempo di prepararci e di realizzare che oggi è la penultima serata.. un po' di magoncino perché la fine si avvicina.. e quei ragazzi che ancora hanno altri quattrocento km davanti quanta invidia ti fanno.. ma non ho modo per approfondire pensieri malinconici che morfeo ha la meglio su di me.

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