... Nelle molte giornate del cammino da effettuare, ve ne saranno di radiose e di necessariamente in ombra ed è principalmente in queste che il pubblico dovrà farse maggiormente sentire vicino agli atleti. Il campionato non si arresta né alla terza, né alla quarta domenica [...] quindi: avere fermamente fiducia! La vittoria, ne siamo certi, bacerà ripetutamente il nostro vessillo... Luigi Ridolfi

lunedì 4 luglio 2016

Pisa-Saint Jean Pied de Port

Il Cammino ti aggancia.. sarebbe stata Serena, l'hospitalera veronese di Cirauqui, a toglierci di dosso ogni altra scusa, non esistono altre motivazioni al mondo.. ce la siamo raccontata per mesi che lo dovevamo e lo volevamo finire.. ed è stata lei a chiarirci senza troppi giri di parole che se abbiamo deciso di ripartire nuovamente per le terre spagnole in fondo in fondo non è stata proprio una nostra decisione.. una sorta di saudade, un mal d'africa volendo.. un richiamo della foresta.. un voler riprovare nuovamente quel senso di equilibrio ritrovato, di serenità interiore fin troppo ricercata, le famose quote normali o più semplicemente voglia di vivere ad una altra velocità.. eccoci nuovamente a Pisa ed ancora a Madrid in attesa del volo per Biarritz, un'ondata di Francia per prender d'infilata quell'inizio pirenaico che tanto profuma d'impresa, per dirla come piacerebbe al prof.
Partiamo col dubbio che l'euforia in fase di prenotazione abbia avuto la meglio sulla ragione, tra l'atterraggio a Barcellona e il decollo per Firenze, sul volo di ritorno ci ballano due ore scarse e probabilmente neanche Nembo Kid sarebbe in grado di ripartire dal capoluogo catalano; tentiamo una crono allo scalo Madrid in attesa del volo per la Francia giusto per testare il polso e ci rendiamo conto che i dubbi son destinati a diventar velocemente certezze marmoree.. abbiamo davanti quindici giorni per trovare alternative valide.
L'aerino da modellismo che ci porta a Biarritz trema da fermo, nonostante il posto vitale risulti addirittura più generoso di quello in Ryanair.. è una sotto, sotto, probabilmente ancora sotto compagnia della Iberia, sfreghiamo la testa da seduti ma poco importa, l'obbiettivo è Saint Jean Pied de Port, i Pirenei.. 
Finiamo per testare pure il trasporto su gomma per arrivare a Bayonne, son attimi, minuti di Francia, ma risultano sufficienti per il cuore e la testa del professeur, s'intuisce dal sorriso e dallo sguardo soddisfatto che poteva nascere Stella della Senna, Robespierre, Danton e magari Baguette, perché no Monet.. perché dentro quella pellaccia meridionale scorre sangue blu.. anzi bleu.
Alla stazione di Bayonne ci entriamo in tre, io, Sergino e una nuiorchese che rincocceremo qualche km più avanti durante il cammino.
Ci dividono poco più di due ore di treno.. l'autista sembra felice del suo lavoro e ogni galleria che lascia suona a salutar non si sa chi.. dalle campagne che ci sfilano rapide ai fianchi ogni tanto qualcuno risponde a mani alzate.. e vabbene le formalità francesi ma qui si rasenta il romanticismo.
Ore 16.. Saint Jean Pied de Port, da sempre conosciuta come il primo passo verso Santiago.. la prima tappa di 800km che attraversano la Spagna da Est a Ovest.. la più dura, quella che detiene il record di persone sparite, di infortuni, di variazioni climatiche degne delle più piccole e sperdute isole equatoriali.. i primi ventisette km di Pirenei che ti accompagnano nebbia permettendo a Roncisvalle.. altro che impresa, qui stiamo tirando in ballo Rolando e la sua chanson.. da bravi, pagina quattro del primo capitolo.
Troviamo velocemente il nostro primo Albergue.. il corridoio d'entrata stretto e lungo, avvolto nella semioscurità e il silenzio, il pavimento lasciato volutamente a selciato e l'aria fresca ci danno il benvenuto assieme a un forte odore speziato che ritroveremo anche in paese, Sergino si muove ovviamente da padrone di casa e si annuncia più volte nel suo forbitissimo francese.. il silenzio viene interrotto con cadenze meccaniche da un frullatore che pare non ne voglia sapere di fermarsi.. tocca alzare il tono e il volume della voce, solo allora un anziano boscaiolo, barba canuta, camicia naturalmente a quadri e parlantina dichiaratamente pronta all'accoglienza con le frasi fatte dall'esperienza, lascia i preparativi per la cena e ci accompagna in camerata non senza averci rapito con racconti da focolare mentre su di una lavagna luminosa ci presenta le due opzioni per raggiungere Roncevaux.
I prezzi sono molto più alti di anno scorso, è la griglia di partenza e se non fanno cassa adesso non la fanno più.. si parla comunque sempre di ragionevoli cifre degne di pellegrini, dopo un breve giro del paese e un hamburgerino a stoppare la fame che batteva cassa già da qualche ora prendiamo possesso dei nostri letti.. nel giro di un'oretta arriva una coppia inglese, lui tatuato, capello rasato e muscoloso quanto basta per poter partecipare di diritto a una puntata di un qualunque reality, lei timorosina, curata a vista dal tronista stellato.. a seguire un'italiana superbina che dall'alto del suo letto a castello ci chiede, dopo averci informato delle sue tre ernie e della sua seconda presenza sul tracciato spagnolo, se fossimo al nostro primo cammino.. la nostra risposta le spegne in trenta secondi boria e voglia di condivisione, una futura Claudia, gestita e archiviata con nonchalance.
La cena ci presenta la vellutata speziata che il boscaiolo stava preparando al nostro arrivo, pollo e verdure.. vino a volontà e tanta nebbia lassù dove si inerpica il nostro cammino. Mastro don Gesualdo, perché è così che Sergino se lo immagina dai tempi della Ruggeri, ci mette in guardia raccontandoci di cinesi scivolati per dirupi e mai più ritrovati, di un'anziana signora che da sola sarebbe comunque arrivata a Roncisvalle in meno di sei ore e trenta nonostante l'età.. elargisce opinioni e consigli con l'aria di chi ovviamente la sa lunga.. e un pelino riesce a metterci in moto l'ansia che constatiamo vive gaudiosa in tutti e due, pronta a ergersi a faro delle nostre migliori ore ogni dubbio decida di assalirci, pavidi, rimandiamo all'indomani ogni decisione.. la via alta, la più temuta, difficile, quella che fa parlare di se per la rigidità con cui accoglie i pellegrini ai loro primi passi o la via bassa, di poco più lunga, sempre impegnativa ma indubbiamente più fattibile in caso di maltempo.. sarà la notte ma soprattutto il meteo domattina a farci propendere per l'una o per l'altra.. intanto prendiamo la via per le braccia di morfeo cercando di addormentare pure l'ansia e l'adrenalina da notte prima degli esami.

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