... Nelle molte giornate del cammino da effettuare, ve ne saranno di radiose e di necessariamente in ombra ed è principalmente in queste che il pubblico dovrà farse maggiormente sentire vicino agli atleti. Il campionato non si arresta né alla terza, né alla quarta domenica [...] quindi: avere fermamente fiducia! La vittoria, ne siamo certi, bacerà ripetutamente il nostro vessillo... Luigi Ridolfi

mercoledì 6 luglio 2016

Roncisvalle - Larrasoana

Ore 6, già svegli.. come la maggior parte dei pellegrini che coabitano con noi nel monastero..
Tanti sono già avanti nei preparativi, qualcuno dorme ancora, ma sono la minoranza.. scendiamo che è un brulicare di teste, bastoncini, zaini e scarponcini.. finalmente si parte, si respira cammino, pellegrinaggio.. libertà e pensieri che volano.. si respira equilibrio, ritmo naturale e si percepisce padronanza delle proprie giornate.. delle nostre mete, solo gambe, polmoni e cuore.. 
Cerco di entrare nei loro pensieri, per i più è la loro seconda notte sul cammino.. alcune dinamiche per noi sono conosciute, è un vero e proprio ripercorrere albe vecchie di un anno, ma tutti e due prediligiamo il profilo basso. 
Usciamo che è ancora nebbia e lasciare Roncisvalle e le sue due o tre posade con queste fotografie rende facile pensar a Carlo Magno, Rolando e alla battaglia della sua chanson, incocciamo poco fuori dall'agglomerato sul cartello che mi son sempre immaginato piantato al punto zero del cammino.. mancano 790km a Santiago e noi ne abbiamo già fatti 27, più i trecento e passa di luglio scorso.. foto di rito e ci incamminiamo paralleli alla statale, è un bosco di faggi e felci che rende ancora più umida l'atmosfera, usciamo dal bosco poco dopo un'oretta e il primo bar che incontriamo non ci vede poi così resistenti, entriamo e diamo il via alle nostre colazioni spagnole.. la tortilla si sprecherà vincendo di gran lunga le olimpiadi culinarie di questo cammino duemilasedici nei trecento km che ci dividono da Leon.
Nonostante la colazioncina per nulla leggera affrontiamo una pettatina degna di nota con un buon ritmo, attraversiamo un paio di paesini disegnati dalla disney tutti roccia e fiori e ci inoltriamo nuovamente in un faggeto che pare non aver fine, la discesa asfaltata ci fa entrare al vecchio borgo di Roncisvalle per poi lasciarci perdere in un abetaia tutta salita e pietre, l'incedere è da gara nonostante la pendenza, ma dobbiamo farci da parte per l'arrivo di un gruppo di ciclisti che gagliardi e sfrontati ci supera arrestando però la scorribanda pochi metri più avanti.. riusciamo quindi a riconquistare la testa del gruppo.. la salita è dura per tutti.
Ore 9:15, si scollina finalmente.. ed è sole.. mancano solo 14km a tappa, tutti di un selciato duro che fa godere polpacci e talloni.. finiamo col camminare sul piastrellato fino all'alto de Erro, un vero e proprio passo invaso da centinaia di ciclisti. Il sole oramai è a picco, sotto di noi neanche l'ombra e la nuova salita, infinita anche questa, sembra dipinta apposta per spezzare le gambe.. qualche metro di bosco in pari ci illude per poi farci rotolare a valle oramai allungati l'uno dall'altro su una discesa piena di sassi, lastricata appositamente per rendere più lenti tutti i movimenti.
Arrivo a Zubiri in solitaria.. passo un ponticino medioevale tutto di pietra e mi infilo in un alimentari.. ne esco con due peschine che sanno tanto di trofeo, non faccio in tempo a mettermi a sedere su una panchina impreziosita da qualche centimetro d'ombra che dal ponte appare la sagoma del prof.. due sguardi e ci ritroviamo pochi metri più avanti con una pseudo paella davanti agli occhi e due kg di ghiaccio sulle ginocchia.
Un'oretta scarsa e ripartiamo per Larrasoana, sono 5km oltre la nostra media, giusti giusti per abbreviare la prossima tappa.. Pamplona ci vedrà transitare belli rapidi a scansare tori e cerveza..
Mancano due km a tappa, il tracciato è facile.. nessun dislivello e mi sento in gran forma, decido di condividere la sensazione con Sergino:" Come ti è parsa questa camminatina post pranzo Delse? sinceramente.. sinceramente?.. sincer.. amente finisce per morirmi in gola, deglutisco, ritento, ma non mi esce proprio più.. il panico mi entra forte dentro, smetto di camminare.. piantato per terra più di un picchetto da campeggio guardo Sergino senza guardarlo.. le mani mi salgono automaticamente verso gli spallacci dello zaino, mentre lo sguardo scende cercandomi le mani.. è uno slowmotion che non finisce mai.. mi tasto tutto quello che avrei dovuto avere appeso al collo.. tutti tentativi a vuoto, della busta con le mappe e la credenziale non c'è traccia.. sento gli occhi che si spalancano intimoriti, la bocca si mura, tesa.. l'ansia se la ride, la vedo arrivare di corsa mentre esulta come Tardelli proprio qui in spagna qualche annetto fa.. è il momento suo e non me lo nasconde, puttana.
Riesco a far passare due o tre parole dalle labbra, ma Sergino sembra sconnesso:" che ti manca?".. 
Io:" la mappa e la credenziale Sergio.." e in un nastro cinematografico che mi scorre invisibile davanti agli occhi riavvolgo le due ore precedenti.. mi vedo mentre ordino la paella e mi rileggo le mappe.. la busta, tranquilla, se ne sta beata appesa alla sedia del bar a Zubiri.. dove l'ho lasciata..:" torno al bar.. ci provo.. ci vediamo a Larraosana"... Sergino annuisce e mi sparisce alle spalle.. mentre io contromano comincio il mio viaggio della speranza.
Macino i tre km appena fatti con la rabbia che fa da benzina per una velocità inaspettata, per due volte perdo il cappellino, non sto camminando.. corro, con 8kg sulle spalle.. a tratti volo, non tocco neanche terra.. lo zaino non lo sento più, le gambe viaggiano da sole e ogni pellegrino che mi s'infila in traiettoria si becca il buon camino di rito, ma niente più.. qualcuno arrischia qualche domanda, ma diobono filo come il vento e le parole si perdono per terra metri indietro.. 
Ogni curva mi nasconde Zubiri, ma ovviamente è solo la mia speranza rabbiosa.. senza credenziale posso dire addio agli albergues, i pensieri frullano via uno dietro l'altro, uno contro l'altro e in un andamento a strappi mi fanno accelerare ora per poi diminuire il passo, convincendomi che siamo tutti pellegrini.. nessuno si permetterebbe di farmi sparire il portadocumenti più importante che abbia mai avuto in tutta la mia vita.. ma la consapevolezza dura l'attimo di qualche metro, la rabbia contro me stesso, la mia sbadataggine e l'ansia si coalizzano e tirano giù i muri positivi soffiandoci leggermente con un sorrisino a chiudere che mi fa quasi male allo stomaco.
Finalmente vedo il ponte medioevale, con lo sguardo gli sono già oltre.. me lo mangio con passi degni di Gulliver e mi ritrovo il barrettino davanti agli occhi.. Mi fermo a riprendere fiato, l'apnea con la quale mi sono macinato questi ultimi tre km viaggiava col pilota automatico, quaranta minuti di numero nonostante i 25km di stamani.. l'eroismo l'ho reinventato io adesso e sento bene che l'impianto di irrigazione comincia a grondare sudore come fossi sotto una doccia.
Mi presento a una delle ragazze che ci aveva servito e riesco a non farle capire niente di quel che vorrei chiederle.. i monosillabi interrotti dal respiro profondo e rantolato in un misto ingleseitaliano non mi sono d'aiuto, abbozzo un sorriso, sventolo bandiera bianca.. saluto la ragazza e mi carico la responsabilità sulle spalle, vado io a vedere al nostro tavolo.. mi dividono forse quattro metri, altri due tavoli tra di noi.. L'ansia mi veste da Cristian Vieri sul dischetto di quel maledetto rigore contro gli scozzesi, l'ottimismo è a qualche metro che fa rapidamente cartella, a testa bassa, non vuol vedere il pessimismo che danza una macarena di gruppo con l'ansia e la fatica.. l'arbitro fischia e io arrivo al tavolino.. i due pellegrini mi guardano interrogativi, ma che ne sanno loro del dramma che sto vivendo.. la busta non c'è più.. il tiro vola alto verso la traversa, gli occhi mi si chiudono, la testa mi si piega indietro e mi sento scendere le gambe verso il terreno mentre scorgo sul bordo del muricciolino poco più avanti una cordicina familiare alla quale si tiene eroica la mia busta con le mappe e la credenziale.. traversa interna e goal!.. Si! si!.. fanculo.. le forze mi abbandonano.. il sudore è sparito e il pallore me lo sento scendere addosso come il pennello di un imbianchino.. afferro deciso il secondo trofeo della giornata e mi dirigo alla fontana che mi sta chiamando da quando sono arrivato, una vera e propria doccia e il meritato relax mi vede stremato ma felice mentre invento un nuovo slang con un irlandese appena conosciuto.
Ore 1630 riparto per la seconda volta mentre mi squilla l'Iphone, messaggio del prof:"l'hospitalero chiede notizie di te... dove sei?".. "ci sono!" vorrei gridargli oltremodo esuberante per la missione compiuta.. altro ponte e Larrasoana mi vede entrare trionfante un'oretta e mezzo dopo la battaglia di Zubiri, fa niente se ho regalato dieci km al vento.. 
Ritrovo l'albergue con il prof che da buon hermano impietosito dalla mia condizione si prende cura del mio bucato mentre lavo via fatica, sudore e dolori con una doccia che rasenta l'ora.
La cena oramai è a un passo, entriamo rapidamente in un supermercatino improvvisato proprio di fronte alle nostre camere.. due merendine e due succhini, la colazione di domani è già pronta.
Ci ritroviamo a tavola con un americano, un tedeschino e un francese che per non smentirsi ha già sulle gambe 1400km.. da dove cazzo partono lo sanno solo loro.. e Sergino si scioglie in un brodo di giuggiole sciorinando una lingua d'oil che l'oltralpe sembra apprezzare.. il tedeschino tiene banco, l'età è dalla sua.. traduce mille lingue e fa da ponte col tavolo accanto.. un vero e proprio showman che in un impeto di nazionalismo prevede sicuro una Germania in finale all'europeo francese tuttora in corso.. il dirimpettaio del prof non è così d'accordo, l'italietta di Conte è fuori dai giochi e il francese ripaga il teutonico con un sorrisino degno del miglior Fernandel.
Ci ritroviamo da bravi maschi coalizzati nel tifare Galles nella semifinale contro il Portogallo.. ovviamente Ronaldo avrà la meglio.. ma a noi non è dato saperlo, i supplementari prevederebbero una forma fisica invidiabile e una sveglia che non punta le 6..

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