... Nelle molte giornate del cammino da effettuare, ve ne saranno di radiose e di necessariamente in ombra ed è principalmente in queste che il pubblico dovrà farse maggiormente sentire vicino agli atleti. Il campionato non si arresta né alla terza, né alla quarta domenica [...] quindi: avere fermamente fiducia! La vittoria, ne siamo certi, bacerà ripetutamente il nostro vessillo... Luigi Ridolfi

lunedì 18 luglio 2016

Burgos - Leon

le tre e gli occhi puntano il soffitto..
poi svengo un paio di volte e mi ritrovo nuovamente a rimirare il soffitto che non è passata neanche un'ora..
Ore 7, bisognerebbe alzarsi, che qui in albergue alle 8 fanno fare cartella a tutti.. e io vorrei dormire, non riesco a tenere gli occhi aperti.. beffardi..
Raggiungiamo il Paseo Espolon, un viale alberato che costeggia il fiume, vero e proprio corridoio che accompagna turisti e pellegrini alla maestosa piazza della cattedrale.. abbiamo l'ampia scelta che ripaga quelle obbligate degli ultimi dieci giorni e finiamo a far colazione rallentando persino il movimento mandibolare.. è una colazione da borghesi.. un rientro nei panni di quelli che siam stati dolce, senza fretta.. ci sono ancora un po' di ore da dedicare al nostro pellegrinaggio, ma quella del rientro è fissata ed è sempre più vicina, in realtà non c'è una gran voglia di tornare, conosciamo già il distacco, il suo peso e lo abbiamo già patito l'estate scorsa, ma la ragione spesso vince sui sentimenti, spesso, ma non sempre.. si tratta di battaglie.. e sarà sempre un bellissimo tornare la dove il cuore batte al ritmo più giusto e i passi calpestano il tracciato preferito.. regalandoci la sensazione viva di essere giusti nel posto giusto, dove tutto intorno sparisce.. e finalmente tutto ha il sapore del meraviglioso.. è una sensazione forte che ti aggancia, non ti molla e non ti farà più allontanare.. non col cuore, perlomeno.
Non ho voglia di restarmene fermo a sedere, è una giornata strana oggi.. ci aspettano tre ore di pullman, un'infinità senza le nostre gambe a comandare.. e sei milioni di fermate.. praticamente  ovunque prima di Leon.. cerco di stancarmi ripestando gli stessi passi di ieri.. allungandomi oltre quel confine immaginario dove il centro storico lascia spazio alle periferie tutte uguali.
Finalmente si parte che manca un quarto alle undici.. è un vero e proprio viaggio della speranza.. un continuo saliscendi dall'autostrada.. mille e mille fermate ad attraversare mesetas e piccole frazioni che avremmo potuto incocciare e apprezzare solo camminando.. ogni tanto ci appaiono zaini e scarponcini, dapprima minuscoli, poi sempre più grandi, uno zoom a motore che ce li imprime negli occhi, ce li fa squadrare da ogni angolazione prima che spariscano altrettanto rapidamente alle nostre spalle, spinti via dalla velocità del pullman.. e io non faccio altro che ammirarli, invidiarli e fare il tifo per loro non nascondendo quel sano senso di colpa che mi fa apprezzare i miei ultimi giorni a piedi.
Riappare Leon e per incanto torniamo con la mente a un anno esatto fa.. per un attimo riviviamo le stesse sensazioni.. rivediamo la stazione dei pullman che si avvicina.. scendiamo, ma non siamo più spaesati.. c'è la voglia di ritornare da dove è partito il nostro cammino.. ricerchiamo il monastero seguendo la memoria.. ognuno tira per la sua, senza però mai lasciarci e ci ritroviamo quasi in centro ognuno convinto di aver la destinazione certa e sicura in mano.. ciascuno con la sua.. ci seguiamo solo perché oramai è abitudine.. ma dovessimo seguire l'istinto, andremmo uno a destra e uno a sinistra..
Sono le due del pomeriggio, ci sono trentadue gradi e come anno scorso, ne percepiamo molti meno.. il nostro itinerare a suon di memoria finisce poco dopo.. eccolo il monastero de las benedictinas.. con la sua enorme porta.. ci entriamo quasi fingendo apatia, nonostante lo stomaco e il cuore se la ridano contenti per il ritorno a casa.. la nostra prima casa spagnola.. e andiamo sicuri dritti al solito tavolino per espletare le formalità burocratiche di rito, anche stavolta ci arriviamo in pullman, ma i nostri scarponcini quest'anno son polverosi al punto giusto, siamo arrivati comunque da pellegrini.. ed è un anno che camminiamo per tornarci... nessuna differenza.. se non dentro di noi.
Finiamo per pranzare alla mensa che sono le 1530.. è un piccolo ristoro che ci da il la giusto per collassare definitivamente fino alle 18.. ognuno sulla propria branda.. stavolta nella stanza accanto a quella in cui passammo la prima notte, stavolta per la prima volta su due letti diversi.. anche qua dentro nulla appare diverso.. i letti a castello, i ventilatori sempre accesi per far circolare due lire d'aria.. un po' di mobilia eterogenea e vintage sulla quale lasciare i nostri zaini, l'ingressino con centinaia di scarponcini e la stanzino per la colazione che a quest'ora sa già di caldo.. e mi rendo conto che solo quest'anno ho capito che questa è l'ala maschile..
Il resto del pomeriggio che ci aspetta dalle 18 in poi è tutto un perder tempo per avvicinarci a domattina.. nessuno dei due lo dice, ma è così.. girelliamo ciabattando a vuoto per viuzze già note alla ricerca di piccoli pensieri da riportare a casa e un posticino per sfamarci stasera.. non ci convince nulla finché sulla via del ritorno non troviamo un'osteria ancora deserta che però, oramai ultima spiaggia, ci cattura come una calamita e vince le nostre remore facendoci rialzare un paio d'ore dopo beatamente sazi e soddisfatti.
Un quarto alle dieci.. il monastero è due passi, ripestiamo i pietroni della piazza antistante dove ci fermammo a riempire le borracce per la nostra prima uscita e lasciamo sfilare i pellegrini che vanno a meritarsi la messa a loro dedicata.. ci basta un occhiata e decidiamo che quest'anno tocca a loro, noi preferiamo lasciare il passo, la branda ci aspetta.. ma soprattutto abbiamo 700km di autostrada per arrivare a Barcellona..

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