... Nelle molte giornate del cammino da effettuare, ve ne saranno di radiose e di necessariamente in ombra ed è principalmente in queste che il pubblico dovrà farse maggiormente sentire vicino agli atleti. Il campionato non si arresta né alla terza, né alla quarta domenica [...] quindi: avere fermamente fiducia! La vittoria, ne siamo certi, bacerà ripetutamente il nostro vessillo... Luigi Ridolfi

giovedì 17 dicembre 2009

la tensione del titolare..

sabato 19 dicembre.. ore 19.00..
Freddo cane in zona stadio..
Ogni tanto qualche goccia d’acqua, rara e portata dal vento, rallenta la caduta trasformadosi in nevischio che svanisce non toccando neanche terra.. i tre parcheggiano non lontano dal solito luogo.. ritrovo abituale del gruppetto A dopo, la focacceria li vede arrivare mani in tasca, bavero alzato, rigirati nelle loro classiche sciarpette viola.. tra due ore i nostri eroi scenderanno in campo per difendere l’orgoglio di una città, rimpinguare una classifica leggermente sotto tono che non rende merito a questo scorcio di campionato prima che il Natale prenda il sopravvento.. il ragazzetto del pistoiese, Giacomo da Pontepetri, sembra apparentemente tranquillo, non è proprio un habitué, ma il colore che ama di più è quello viola nonostante abbia passato l’infanzia circondato da strisce di qualsiasi colore.. addenta la prima focaccia senza troppa fame.. la tensione si sente e stringe lo stomaco, ma parla.. commenta i risultati dell’anticipo pomeridiano e l’intervento del patron a La7.. la solita merda sparataci addosso rispedita al mittente con la classe che contraddistingue da sempre la famiglia Della Valle.. mi giro a destra verso Paolino e intravedo leggera la tensione che sale.. non mangia.. sono anni ormai che non rientra in Fiesole e l’assaggio col Parma sembra averlo più destabilizzato che rinforzato.. non tien ferme le pupillle.. guarda ogni dove, lo stomaco è chiuso e l’ansia, l’attesa lo rende un nervo unico, gli si legge in faccia che la sente la partita, il ciccio.. non v’è dubbio e non lo nasconde.. ci guarda esterrefatto e incredulo quando addentiamo la seconda piadina.. fosse per lui sarebbero già due ore che aspetta seduto sui gradoni della Fiesole l’ingresso dei nostri eroi..
Ore 20.00..
Il terzetto muove verso piazza Ottaviani.. lentamente.. Giacomo tiene il passo mentre Paolino sembra mosso da una fretta ingestibile ci precede di almeno due metri.. le mani in tasca per il freddo e la bocca contro la sciarpa, sembra assaggiarlo quel viola.. lo stringe coi denti in attesa di varcare il tornello..
Ore 20.25..
Dopo la breve sosta caffè e ammazzacaffè i tre si ritrovano ora incodati al tornello di sempre.. guai a cambiare anche le piccole abitudini.. stesso tornello da che son stati montati.. sia mai.. Giacomo davanti.. alessandro nel mezzo e a seguire Paolino che sembra borbottare una nenia.. non si capisce se è un cantilenare nervoso.. ripete dei numeri… ma il freddo, le sciarpe e il sottofondo della curva che accompagna l’ingresso dei tifosi rendono impercettibili le parole appena soffiate contro la sciarpa dal buon Paolino..
Ore 20.32..
Codice a barre verso l’alto.. croce verde, Giacomo entra, mostra il documento, lo steward manco lo guarda.. il pistoiese guadagna metri verso l’outlet laggiù subito sotto la Fiesole seguito a ruota da Alessandro.. Paolino, teso e scuro in volto, inserisce una prima volta l’abbonamento al contrario.. lo stew e la coda dietro di lui, gli urlano all’unisono: al contrarioo!!.. e lui, accenando una risatina nervosa risponde quasi sottovoce: lo so.., ma ci mette almeno dieci secondi per reinserire l’abbonamento dal verso giusto.. il tornello resta fermo, lo stew scuote la testa verso il collega alla sua destra dicendogli: questo qua lo devo andare a prendere io o ce la farà a entrare da solo?.. poi rivolto a Paolino, beffardo sorride suggerendogli: spingilo sto tornello, mica siamo all’iKea.. Paolino, mette le mani sul tornello.. spinge con la poca forza che la tensione gli ha lasciato e si ritrova libero davanti ai gradoni della Fiesole.. tra lui e i nostri eroi solo la casacca gialla.. accenna un passo oltre lo stew che lo ferma con lo sguardo chiedendogli il documento con la mano destra.. Paolino abbassa la tesa del cappello e tira su la sciarpa fin sotto il naso.. mostra il documento chiuso tra il pollice e l’indice.. lo stew riscuote la testa, afferra la carta d’identità e tira a se quel che Paolino tiene stretto con una forza inaudita.. lo sguardo dei due si alza fino ad incrociarsi.. lo stew glielo chiede con gli occhi e Paolino molla la presa riabbassando tesa, sguardo e mani.. lo stew sbircia due righe del documento e chiede: allora signora Lombardi, quand’è che ha cambiato sesso?.. Paolino, butta giù quell’ovosodo che si trascina per la gola fin dalla focacceria, alza gli occhi e cerca di reggere lo sguardo della casacca gialla.. accenna timoroso un: io, avrei.. avrei fatto.. il.. cambio.. di.. titola… mangiadosi la fine della parola con una voce che rasenta quella di Bambi alla morte della mamma.. lo sguardo gli si piega verso il basso sugli angoli esterni degli occhi e una lacrima gli riga il viso percorrendo rapida il profilo del naso.. tocca il labbro superiore, la lingua ricerca quel che al momento è l’unica fonte di umidità per la sua gola.. la secchezza è intransigente.. il freddo è diventato improvvisamente il caldo che quest’estate a Principina a Mare lo faceva sciogliere sulle spiagge poco dopo le due, il ricordo di quei momenti felici gli spezza il cuore e lo stomaco.. lo stew sorride e con una pacca sulla spalla destra lo rassicura: il mio mestiere mi impone questo.. tranquillo ragazzo.. forza.. raggiungi i tuoi amici e ricorda una cosa.. io alla tua età spaccavo il mondo.. potessi tornare a quando avevo ventidue anni.. vai vai..”.. il ragazzo resta immobile, interdetto, cerca con lo sguardo gli occhi amici di Alessandro e Giacomo.. rapidamente ruota la testa tre volte a destra e a sinistra in preda a un panico mai affrontato.. lo sguardo incrocia solo gli occhi e il sorriso beffardo della casacca gialla.. poi in lontananza due schiene amiche.. che scelgono sciarpe e cappelli al banchino del Gruppo Storico.. muove un passo verso la libertà.. anzi, pensa di muoverlo.. ai piedi due cani bagnati che dormono gli fermano le gambe sul posto.. le lacrime gli scendono come l’acqua quella terribile notte dalla diga del Vajont e nello stesso istante un sorriso ebete gli rigira la faccia.. riesce a correr via da quel tornello con la stessa agilità con cui Marco Rossi anni fa aggrediva la fascia destra.. un urlo mezzo strozzato in gola emette per lui un grido: amiciii.. aspettatemi.. arrivooo.. i due si girano sorridenti e felici dei nuovi acquisti.. lo guardano interrogativi: oh, ce l’hai fatta o no? Diahane.. dai.. che son le 20.40… le maglie viola son già schierate a centrocampo.. gli scalini della Fiesole Paolino ormai se li mangia.. e mentre si gira, spalle alle colline, faccia al verde manto erboso, respira un po’ di fumogeno, l’aria della Fiesole che gli mancava tanto.. e dentro di se un solo pensiero riempie la testa: ovvai.. ci sono.. adesso tocca a voi, ragazzi.. io la mia battaglia l’ho vinta..” fischio d’inizio..

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