... Nelle molte giornate del cammino da effettuare, ve ne saranno di radiose e di necessariamente in ombra ed è principalmente in queste che il pubblico dovrà farse maggiormente sentire vicino agli atleti. Il campionato non si arresta né alla terza, né alla quarta domenica [...] quindi: avere fermamente fiducia! La vittoria, ne siamo certi, bacerà ripetutamente il nostro vessillo... Luigi Ridolfi

martedì 4 novembre 2008

..anche i'marzocco un sa più cosa fare..

da Wikipedia..01.30: la piena dell'Arno si fa notare attraverso le fogne: l'acqua affiora in Piazza Mentana e anche attraverso il passaggio dell'antica porticciola d'Arno.
02.00: il torrente Mugnone, affluente dell'Arno in piena città, rompe gli argini e straripa presso il Parco delle Cascine a Firenze. L'ippodromo viene allagato; il custode Cesare Nesi, informato da una guardia campestre, chiama il personale e i proprietari dei cavalli. I 260 cavalli presenti sono terrorizzati; si tenta a fatica di portarli in salvo sui camion. 70 cavalli di razza muoiono. Le carcasse verranno bruciate per evitare un'epidemia. Anche lo zoo viene allagato: il dromedario Canapone, amato dai bambini, affoga. 02.30: le fognature granducali esplodono una dopo l'altro: la pressione dell'Arno è troppo forte. Il fiume straripa alla Nave di Rovezzano, a Varlungo e a San Salvi. Nell'Oltrarno di Firenze, nel quartiere di Gavinana, inizia la paura per i cinquantamila fiorentini che vi abitano: la gente cerca di sgomberare gli scantinati e si rifugia nei piani più alti. Nella zona di Santa Croce l'acqua inizia a inondare via de' Benci.
03.00: alla nuova sede de La Nazione, in via Paolieri, si cerca di fare un quadro della situazione. Nessuno in redazione si aspettava un evento di dimensioni così catastrofiche. Franco Nencini chiama per telefono Carlo Maggiorelli, adetto alla sorveglianza degli impianti idrici dell'Anconella, per avere qualche informazione. La situazione descritta da Maggiorelli è tragica; l'acqua lo travolge durante la telefonata. 03.30: un sottufficiale dei Vigili del Fuoco, vedendo l'acqua che zampilla dai muretti, telefona al suo comando per dare l'allarme. La prefettura e Palazzo Vecchio bombardano il Ministero degli Interni a Roma per chiedere aiuti e rinforzi, ma il ministero non comprende fino in fondo il livello di emergenza. L'acqua dell'Arno arriva a Bellariva.
03:48: arriva la prima notizia dell'Ansa: "La situazione in Toscana diventa sempre più grave. La pioggia non accenna a cessare e i corsi d'acqua, specialmente i più piccoli, sono notevolmente ingrossati. In provincia di Firenze, è emergenza a Incisa Valdarno e negli altri centri in prossimità dell'Arno, nel quale confluiscono altri torrenti. Le acque hanno invaso molte abitazioni". 04.00: le acque dell'Arno invadono il Lungarno Benvenuto Cellini, corrono per Via dei Renai e sommergono una larga parte dell'Oltrarno storico, i quartieri di San Niccolò, Santo Spirito, San Frediano, l'Isolotto e San Bartolo a Cintoia, fermandosi solo a Soffiano ed alle porte di Scandicci. L'acqua inizia ad affluire nel quartiere di Santa Croce e salta la luce elettrica. A San Piero a Ponti il Bisenzio inonda la stazione del Genio Civile, posta sull'argine; la gente della zona inizia a tirare fuori le cateratte, credendo di avere a che fare con una delle solite tracimature del fiume, che al massimo portavano ad un'allagamento di qualche decina di centimetri nella zone più prossime all'argine. 04.30: inizia il dramma nella periferia occidentale: Lastra a Signa e una parte del comune di Scandicci (San Colombano, Badia a Settimo) sono allagate dalle acque di alcuni torrenti (Vingone, Rimaggio, Guardiana).
05.00: l'Arno straripa anche nella zona del Lungarno Acciaioli e di quello alle Grazie mentre nel resto della città l'acqua è a filo delle spallette. Gli orefici del Ponte Vecchio cercano di mettere in salvo i gioielli preziosi; a pochi passi Via de' Bardi è allagata. Precipita la situazione nella provincia. A San Piero a Ponti il Bisenzio rompe l'argine e le sue acque si riversano su San Mauro a Signa e poi sulla parte sud del comune di Campi Bisenzio. Montelupo Fiorentino è sommersa dalle acque del fiume Pesa, che non riescono a confluire in Arno. 06.50: a Firenze cede la spalletta di Piazza Cavalleggeri: la furia dell'Arno si abbatte sulla Biblioteca Nazionale Centrale e sul quartiere di Santa Croce.
07.00: la tipografia de La Nazione è allagata di 5 metri andando fuori uso. Solo nelle zone ancora intatte esce con il titolo "L'Arno straripa a Firenze". Marcello Giannini, caporedattore della sede Rai fiorentina (allora in pieno centro storico, esattamente in piazza Santa Maria Maggiore), chiama il direttore a Roma, ma la notizia non convince la sede centrale. Durante il suo giornale radio allora decide di calare il suo microfono fuori dalla finestra e far sentire in diretta la furia dell'Arno che scorreva tra le strade: "Ecco - disse Giannini - non so se da Roma sentite questo rumore. Bene: quello che state sentendo non è un fiume, ma è via Cerretani, è la via Panzani, è il centro storico di Firenze invaso dalle acque".
08.30: l'Ombrone Pistoiese rompe gli argini a Castelletti (comune di Signa) e le sue acque si uniscono a quelle del Bisenzio sommergendo Lecore, Sant'Angelo a Lecore, Le Miccine, San Giorgio a Colonica e una parte del comune di Prato (Castelnuovo, Tavola). Anche gli abitanti di questa zona, come quelli di San Piero a Ponti abituati alle piccole inondazioni del fiume, non si rendono conto del pericolo, limitandosi a mettere gli oggetti su mensole o rialzi e nessuno pensa di mettere in salvo i vitelli e le mucche nelle stalle. A Sant'Angelo a Lecore si raggiungeranno i 4,20 metri di acqua ed il ricco patrimonio zootecnico sarà pressoché distrutto. 09.00: le acque limacciose dell'Arno irrompono in Piazza del Duomo a Firenze. L'Arno comincia a defluire dalla Porta San Frediano mentre da tutte le fognature l'acqua defluiva con forza in via Pisana. Alle ore 11.00 sarà divenuto un vero e proprio fiume di acqua fangosa e piena di chiazze di nafta.
9.30: in alcune zone di Firenze l'acqua ha raggiunto il primo piano delle abitazioni. Il sindaco Piero Bargellini, assediato dalle acque in Palazzo Vecchio, manda le prime richieste di aiuto. Nel Viale Edmondo De Amicis saltano le condotte dell'acqua ed è fuori uso anche l'amplificatore di stato. L'Arno rompe anche nella zona di Quaracchi e sommerge i sobborghi di Peretola, Brozzi e la piana dell'Osmannoro nel comune di Sesto Fiorentino.
10.00: in Via Scipione Ammirato a Firenze esplode un deposito di carburo e muore un anziano pensionato. L'Arno travolge l'argine strada mediceo a San Donnino, che verrà pressoché sommersa. Nella stessa zona tracimano anche il Fosso Reale ed il Fosso Macinante. I parroci della zona hanno la prontezza di suonare le campane a martello, avvertendo la popolazione che può così rifugiarsi ai piani superiori delle case. 10.30: allarme rosso a Campi Bisenzio, dove l'argine del Bisenzio dà vistosi segni di cedimento nel quartiere di San Lorenzo. Fortunatamente il grosso muro resiste ma nella zona nord del comune si registrano le esondazioni dei torrenti Marina e Marinella.
12.00: a Firenze, dove il dramma è in pieno svolgimento e ci sono già le prime vittime note (due anziani rimasti intrappolati), la popolazione della zona di Via Ghibellina è impegnata a salvare "dalla fine del topo" i detenuti del carcere delle Murate. I fiorentini, vincendo la loro proverbiale diffidenza, accolsero nei piani alti delle loro abitazioni questi fuggiaschi, coi quali instaurarono un positivo rapporto umano fatto di offerte di cibo, scuse per il disturbo, scambi di sigarette e chiacchiericci surreali per la situazione contingente. Molti fiorentini ricorderanno così con simpatia questi ospiti improvvisi per la loro umanità e riconoscenza (uno di essi promise ad una signora che si sarebbe sdebitato "appena sarò in grado di fare un buon colpo"). Non ce la fece a salvarsi un solo detenuto, il venticinquenne Luciano Sonnellini, travolto dalla corrente. Va anche detto che se alcuni detenuti particolarmente pericolosi approfittarono dell'occasione per evadere e dedicarsi al saccheggio delle armerie, la gran parte di essi si consegnò alle Forze dell'Ordine o fece spontaneo ritorno in carcere appena passata l'emergenza.14.30: a Campi Bisenzio le acque inondano il quartiere di San Martino. Nella zona di Brozzi e San Donnino, dove le case a schiera sono in buona parte basse e le acque hanno raggiunto anche i sei metri, molte persone si salvano rompendo i muri divisori delle abitazioni per rifugiarsi nelle case più alte (in una casa di San Donnino si ritrovarono 56 persone in fuga). A San Donnino, alcuni allevatori della zona mettono in salvo le loro mucche al primo piano della locale Casa del Popolo: la scena delle inconsuete ospiti nelle sale e nel balcone del circolo sarà ripresa dai mezzi di comunicazione e diverrà una delle più popolari e curiose dell'alluvione.
20.00: mentre cala la sera, a Firenze, dove le acque hanno raggiunto anche i sei metri di altezza, l'Arno inizia lentamente a lasciare il centro storico e rientrare nel suo corso. È l'inizio della fine dell'incubo per la città ma la furia del fiume in queste stesse ore arriva ed Empoli, dove l'Elsa rompe gli argini



Nel 1966 mancavano ancora due anni al secondo scudetto viola e otto prima che nascessi.. ogni volta, anche adesso dopo più di 40 anni, che in casa si riparla dell'alluvione i ricordi nei miei genitori son talmente vivi che par d'averla vissuta anche a me.. invece son stato fortunato.. spesso in un insensato e spietatamente istintivo senso di appartenenza son quasi invidioso di quegli anni.. dell'adolescenza vissuta dai miei confrontata a quella che ho avuto io.. le loro foto in bianco e nero, i loro racconti pieni di vita, memorabili le cene a quattro con lo zio modi e la mia mitica zia graziella.. quelle dove te ne stai zitto ad ascoltare a bocca aperta.. quelle che arrivi a piangere dalle risate che ti fa male lo stomaco.. storie di vita semplice ma vissuta.. anche tra numerosi problemi, anche gravi come l'alluvione..ma vissuta a pieno.. goduta in ogni piccola gioia.. ogni piccola insignificante soddisfazione che un ragazzo nel '66 a soli 18 anni poteva avere.. quanta differenza dalla noia, dall'inquieta e onnipresente insoddisfazione degli adolescenti che li hanno succeduti.. i loro figli compresi.. mai pienamente contenti di tutto quel che sempre scodellato pareva esclusivamente dovuto.. a me adesso piace poter fermare quei momenti così duri e tragici che nel novembre di 42 anni fa timbrarono per sempre le esperienze e la vita di quei ragazzi che oggi hanno sessanta anni.. quei ragazzi che son oggi il mì babbo e la mi mamma.. il mi zio e la mi zia.. cioè gran parte della mia vita.. ed è grazie a certi racconti di un'adolescenza più povera forse ma spesso più ridanciana passata tra Predazzo e Piazza Gavinana.. tra uno "..uannicci, uannacci.." e una commedia alla casa della gioventù che mi fan sentire orgoglioso del mio passato..
..i mi babbo e i mi zio..

1 commento:

  1. Bello questo post…

    questo ripercorrere un avvenimento così drammatico, ma che per certi versi mi ha sempre affascinato.

    Lo capisco proprio quello che scrivi, è un po’ quello che provo quando i miei genitori mi raccontano come l’hanno vissuto…

    La mi mamma che mi dice che non poteva andare a lavorare perché la ditta era in viale Belfiore e il ponte alla Vittoria era inagibile..

    O ancora quando ci è potuta tornare hanno passato settimane a ripulire tutto dal fango..

    Non lo so, so che è stato un avvenimento drammatico, un ‘avvenimento che ha segnato Firenze , ma quando penso a quegli anni , e non solo all’alluvione , mi vengono in mente anni politicamente vivi come il 68, i grandi referendum , le grandi ribellioni, o ancora gli anni della rivoluzione musicale,per il mio babbo gli anni dei Beatles..

    A volte penso ai miei genitori che andavano a ballare nelle case del popolo e stavano fino a mezzanotte a ballare il Boogie Boogie e il rock and roll mi sembrano anni così difficili ma allo stesso tempo così pieni di aspettative e mi dispiace proprio non esserci stata a quei tempi, noi che siamo figli della generazione degli yuppies, dei giovani rampanti , figli dei vuoti anni ottanta , di consumismo e di un certo benessere ( che forse stiamo scontando ora, ) .

    E per non essere troppo seria mi vengono in mente i film che ci sono stati fatti sopra all’alluvione , per esempio quelle scene in Amici miei i quando il conte Mascetti urla “ Tranquilli , qui siamo su un dosso, l’acqua un pò arrivare.. “ e come lo dice viene travolto dalla “piena”…

    E ancora sempre nello stesso film quando si trovano tutti insieme al Piazzale e guardano sconcertati i casini che ha fatto l’arno e lui si rammarica perché con tutta quell’acqua i vestiti gli si son tutti ritirati.. e il dottore , il Sassaroli che da buon riccone dice che invece lui, con la Villa in collina

    “ Glie’ha messo in culo anche all’alluvione”…

    Fantastico..

    Vedi , siamo proprio fiorentini, si riesce a far dell’ironia in tutto ..
    E per fare onore al titolo..
    La canzone di Marasco te la metto tutta..ogni tanto me la risento e mi fa sempre tanro ridere…

    .......
    Nuoti sommerso in un mare di cacca
    non sai se d'uomo oppure di vacca
    non sai capire icche te successo
    ti pare troppa per esser d'un cesso

    E mentre cerchi di restare a galla
    l'Arno trabocca laggiù dalla falla
    scorre veloce per via Tornabuoni
    al Davide lava fremente i coglioni

    Sei trascinato per via Calzaioli
    e pensi che ieri dicevi ai figlioli
    "Sarà, ma domani, Maremma Maiala,
    ll'è pioggia, c'ho un callo che segna buriana!"

    E tutt ad un tratto sei nel battistero
    ti par di sognare ma invece ll'è vvero
    quel mondo dorato di santi e Gesù
    lo tocchi con mano, gliè sceso quaggiù

    Ma se vomitato e gettato in via Roma
    e ridi e tu ridi pensando alla chioma
    che porgerle schiava dovea la vittoria
    e poi, come Pisa, l'ha presa in meloria!
    E via bordeggiando per mille stradine
    in quattro e quattr'otto sei già'lle Cascine
    là dove c'erano tanti finocchi
    adesso ci cantano quattro ranocchi

    Fermati palle, via fermati adesso
    lascia che l'acqua ti scorra un po' addosso
    "Attaccati a un palo, su, non fare il pazzo!"
    se un tu c'hai il palo attaccati a i'. lilli

    Ma la corrente la ti porta via
    in su la Piazza della Signoria
    là dove Cosimo monta a cavallo
    a icchè tutt'attacchi? A i'lilli d'i'lallo.

    Tutte le statue che son sui'ppiazzale
    berciano in coro "Ma questo è triviale!"
    lo dice Ercole e sotto c'ha Caco
    che di quell'acqua oramai ll'è briaho

    Grida oloferne con la su Giuditta
    e la Medusa che ll'è la più dritta
    perché Perseo co na sciabolata
    sul pelo dell'acqua la testa glià arzata

    Morificato per questa gran lagna
    cerchi rifugio alla Loggia di Orcagna
    Dove il romano fa becco il sabino
    gli soffia la moglie e lo lascia lì cchino

    Anche il Marzocco un sa più cosa fare
    perché i leoni e un sanno nuotare
    senza costume sta llì tutto nudo
    "Speramo che l'acqua e un mi freghi lo scudo

    Non hai più salvezza, non hai più speranza
    ovunque c'è cacca in frenetica danza
    e trascinato dall'onda feroce
    giungi stremato in Santa Croce

    Dante di marmo, poeta divino
    mira sdegnato l'immane casino
    ".OH, Fiorentini, m'avete esiliato?
    Prendete la ***** che Dio v'ha mandato!"



    Vabbè via, mi son fatta prendere la mano..ma sulla fiorentina un ti posso mai commentare un cavolo..
    quindi una volta che scrivi un post che non parla di Fiorentina ma parla di Firenze…
    Mi ‘sdo..

    Bona bellino…


    S.

    p.s.ho fatto un casino a
    xlasciare sto commento.. l'ho scritto , l'ho cambiato l'ho cancellato.. c'ho proprio sonno..meglio se vo a letto.. la pizza sarà per una sera in cui son più brillante..

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