... Nelle molte giornate del cammino da effettuare, ve ne saranno di radiose e di necessariamente in ombra ed è principalmente in queste che il pubblico dovrà farse maggiormente sentire vicino agli atleti. Il campionato non si arresta né alla terza, né alla quarta domenica [...] quindi: avere fermamente fiducia! La vittoria, ne siamo certi, bacerà ripetutamente il nostro vessillo... Luigi Ridolfi

sabato 17 aprile 2010

il Girardengo..

Diobbuono, cosa fila adesso.
Ehi, dico, ma lo vedete?
Ma sì, ma sì, lasciamolo correre questo ragazzo, e date retta al sottoscritto che lo conosce da sempre. Se ha gli occhi un pochino lustri, è per via che il vecchio Alex quando fila così come il vento..

tredici km in trentacinque minuti.. Sesto-Vingone.. si fa di tutto.. si cerca la miglior soluzione, anche la più disparata.. la meno credibile, ma perchè non provare? allora è così che l'altra sera mi son ritrovato in sella alla mia vecchia due ruote dimenticata in fondo al garage di via Pisacane..
la partenza sparata ha da subito dimostrato la poca conoscenza dei propri limiti e già in Piazza Dalmazia stravedevo per la discesina che mi avrebbe portato in via Mariti.. abbraccio il semaforo in mezzo alla piazza quasi paonazzo per lo sprint improvviso e impreparato e mi tuffo verso il sottopasso della ex-Standa, filo via sul marciapiede dei gardinetti che costeggiano la ferrovia respirando a pieni polmoni un'aria diversa.. una nuova aria che mi riporta ai tempi del ragazzetto che fui, ardito con ancora migliaia di idee e progetti per il mio futuro nei quali credere..
mi lascio lo Strizzi sulla destra e volo in picchiata verso il semaforo che mi devierà verso piazza Puccini.. ancora non ci credo.. nessun crampo.. solo un respiro da controllare.. solo ed esclusivamente un affanno da gestire.. accettabile.. l'obbiettivo però è ancora lontano.. approfitto quindi del rosso, lo prolungo omettendo volutamente di richiedere l'attraversamento col pulsantino che mi resta alla sinistra proprio accanto all'altezza delle gambe..
il falso piano che mi avvicina faticosamente a Piazza Puccini non mi aiuta e la discesa che mi vede lanciato oltre il teatro mi facilita l'ingresso alle Cascine.. affronto arrogante il sottopasso della ferrovia e il dosso pedonale.. le Cascine e il loro verde incontrastato mi mettono bene.. mi mangio una timida ciclista che ostenta equilibrio e una strana lentezza.. la supero in realtà con grande fatica con una pedalata che mi vede piegato in avanti sul manubrio in una posa che avrebbe dovuto essere la più sportiva e elastica possibile.. tutt'altro.. la mezza rotonda del piazzale del Re mi introduce alla passerella dell'isolotto zigzagando tra i giostrai intenti nelle ultime operazioni prima di chiudere il paese delle meraviglie, indugio sui pedali per la ripida e breve salita della passerella.. decido per il no.. smonto, meglio.. molto meglio.. tocco terra e l'equilibrio mi sostiene ancora, ne sono quasi meravigliato.. passo l'Arno, l'imbrunire e Franco Battiato nelle orecchie sembrano il giusto contorno.. sarà il romanticismo, però l'Arno anche se non d'argento col buio sembra quasi pulito.. la fatica ancora è lontana.. sorrido e passo veloce Piazza dell'Isolotto diretto verso il viale Talenti.. mi lascio facilmente alle spalle la rotonda dell'imbocco della FI-PI-LI.. il viale Nenni oramai è mio.. passo rapido davanti al Mc-Donald's.. saluto la coop di Ponte a Greve e evito razionalmente la salita del ponte della Tramvia.. quello che fu l'incrocio dell'impiccato non l'avrei raccontato.. seguo il profilo della rotonda e affondo verso San Giusto.. imbocco contro senso una stradina buia e senza fari che mi apre davanti l'ultimo lungo tratto che da le Bagnese mi porta a casa.. passo la Greve e Scandicci mi apre il suo centro pochi metri più avanti.. oramai la pedalata è continua e costante.. avrò rotto il fiato?.. forse mi illudo, ma reggo lo sforzo e continuo dritto verso Piazza di Vingone.. rientro sulla destra e via Tiziano mi vede quasi sprintare con le ultime inimmaginabili forze.. sono le venti e quarantaquattro quando taglio un traguardo immaginario e immaginato.. non male.. suono il campanello che sono ancora in sella.. ho quasi paura a scendere.. e ne ho ben donde.. tocco l'asfalto che il legno si impossessa delle mie gambe.. accenno, solo nella mia testa, un passo che non farò mai nei successivi cinque minuti.. il sudore mi riempie la fronte e sento che non sto meglio là sotto il giubbino.. sto accusando l'arrivo, anzi, tutto il percorso in una botta sola.. l'orgoglio fa capolino e non ho la forza di respingerlo dentro.. mi passo la canna della mitica sopra la spalla destra e mi infilo per la tromba delle scale come se fosse un gesto abitudinario, la smorfia che mi riempie la faccia precede di pochi secondi un mugolio.. la costola che Paolino ha visto bene di incrinarmi per il due a due di sabato grida vendetta.. i due piani affrontati a muso duro non reggono il confronto con la fame che mi attanaglia lo stomaco, ma la visione della porta ha su di me un effetto devastante.. mi scrollo di dosso la bici e quasi mollo la presa dal manubrio.. entro in casa che non guido più neanche le gambe.. riesco a portare la due ruote fino in sala ma non riesco a spingerla in terrazza.. la guardo fiero di me stesso arrancando in un respiro che non ne vuole sapere di mantenere un ritmo degno di tal nome, al terzo tentativo prendo bene il cavalletto che da solo tocca terra sollevandomi dal peso della due ruote.. la borsa a tracolla sembra adesso impossibile da sostenere.. me la scrollo di dosso rischiando di rompermi il collo e mi lascio cadere sul divano col giubbino ancora zippato fino alla gola.. mi viene in mente la mi nonna quando mi diceva di stare attento e non correre troppo che sennò mi si ghiacciava il sudore addosso, sorrido a fatica ma lo faccio.. riuscirò ad alzarmi solo dopo dieci minuti di sguardi fissi sul soffitto e i muscoli delle gambe oramai diventati quercia antica.. mi salva la doccia.. mezz'ora di acqua che mi affoga, mi scioglie muscoli, nervi e tensione togliendomi tutto il sudore di dosso, compresa la voglia di riprovarci.. bell'avventura, ma non potrei mai affrontare tutto questo di prima mattina..

3 commenti:

  1. che eroe.... vabbè dai... almeno hai portato la bici fuori dal garage dopo tanti anni....Bravo , io contnuerei, sia mai che dentro di te non ci sia un "Girandengo" pronto ad esplodere ....


    "Vai Girardengo, vai grande campione, nessuno ti segue su quello stradone..."

    Canticchio questa canzone e mi vieni in mente te che corri sul viale Nenni , solo e eroico verso la META!

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  2. uhuhuhhuh.. la sig.na silvietta che mi commenta dopo aaaannniii.. emozione.. di nuovo bentornata..

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  3. Ti commento di rado.... ma ti leggo sempre!

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