... Nelle molte giornate del cammino da effettuare, ve ne saranno di radiose e di necessariamente in ombra ed è principalmente in queste che il pubblico dovrà farse maggiormente sentire vicino agli atleti. Il campionato non si arresta né alla terza, né alla quarta domenica [...] quindi: avere fermamente fiducia! La vittoria, ne siamo certi, bacerà ripetutamente il nostro vessillo... Luigi Ridolfi

domenica 16 settembre 2012

Psicoatleta dentro...

Penso di aver riletto le prime 50 pagine almeno 5 volte.. tanti sono stati i tentativi di iniziare l'ultima opera del buon EB e come spesso capita non per colpa dell'autore bensì da quella testa non pronta a tuffarsi in una nuova lettura, non sufficientemente decisa a seguire quel che cuore e stomaco ti indicano come eventuale nuova possibilità da sfruttare per staccare quel che basta dall'incalzante ritmo al quale la quotidianità a volte ti sottopone..
Mi son bastati una settimana e due traversate di 6 ore ciascuna per iniziare per l'ennesima volta e terminare tutte le cinquecentodieci pagine che il maestoso Enrico Brizzi ci ha regalato a metà 2011.
"Gli Psicoatleti" è a tutti gli effetti il terzo di una trilogia dedicata al lento camminare.. a quel volersi staccare dalla realtà per riappropriarsi dei ritmi naturali che i pellegrini avevano e che nel duemila12 non possono essere certo ritmi differenti.. un camminare per misurarsi, conoscere nuove facce e nuovi posti cercando di evitare più possibilmente l'asfalto per preferirgli sentieri e natura.. già il primo "Nessuno lo saprà" rapì la mia attenzione e il mio istinto semprepresente pronto a partire ogni scrollatina arrivi dai pensieri, mi son perso per la via "il pellegrino dalle braccia d'inchiostro" che provvederò a reinfilare tra i due già memorizzati appena possibile... chiunque abbia percorso cento chilometri a piedi in tre giorni portando su di sé il proprio bagaglio e in compagnia di almeno un amico può dirsi Psicoatleta.. e i tre volumi sono pura esperienza dell'araldo Brizzi e dei suoi buoni cugini sapientemente raccontata su carta.. quel tipo di racconto che ti mette in moto determinazione e volontà nel seguirne i passi..
Non ho mai avuto problemi a camminare, anche senza mete precise, la fatica la combatto volentieri e trovo che l'incedere lento dei miei passi abbia senso anche solo se questo voglia significare poche centinaia di metri.. qualche chilometro.. ricordo bene quando dal Franchi tornavo a piedi perché, quand'ancora si giocava tutti alla solita ora, passare da via trieste e vedere il sole sparire dietro la cupola non aveva prezzo e valeva bene le gambe stanche, ricordo le mille camminate sulle montagne pistoiesi ora guidate dalla mi nonna, ora dal mi zio e dal mi babbo alla ricerca di funghi, ricordo ancora le camminate brevi ad attraversar la pineta di viareggio per raggiungere le dune, ma ricordo anche quel mercoledì 17 settembre del 2008... 
Coop piazza Leopoldo.. a breve avrei lasciato il canaletto dei super per tornare da mamma iper... Stamani ho lasciato la 307 a tagliandare ma ce la fanno senza problemi... me la rendono stasera, che ci vorrà mai.. peccato che scopro d'esser di chiusura.. il Cristoforo Colombo che è in me non gradisce la scoperta, stasera c'è pure Lione-Fiorentina.. nessun problema, mi fermo dai miei, tre minuti tre a piedi e almeno il secondo tempo me lo guardo.. poi i parents mi daranno la loro vettura, domattina sarò nuovamente sotto casa... perfetto..
Lascio bottega che battono da poco le ventidue, maledetta guardia giurata, anzi, maledetto cancello che non ritrovava la via per chiudersi come fa da anni.. proprio stasera ha deciso di fare il bischero... mezz'ora di gara regalata a tentativi infruttuosi nel cercar di sigillare quell'androne pieno di scaffali...
Mi ritrovo in via Pisacane a runneggiare splendido verso casa dei miei poco dopo l'angolo a destra..
Scampanello... silenzio.. scampanello nuovamente, infastidito... silenzio... scampan...:"chi è? io, nonna, apri..".. penso che mia nonna non apre mai... almeno che non sia sola, ma spesso non apre neanche quando è sola... faccio le scale a quattro a quattro, in tempo a sentirmela nitidamente scivolare nel sorriso più basso che mi accapo appena appena in casa:"...il babbo e la mamma sono a cena fuori.." esordisce l'ottuagenaria... il gelo mi blocca l'espressione sullo start di un moccolo da centometrista strappato nel ricaldamento pregara...
"Bene.. molto bene nonna.. ma non cercavo i miei (fingendo la tranquillità di un killer post omicidio).. ero passato a salutarti.. scappo che ho lasciato la macchina accesa con l'aria tirata per scaldare il motore..(ma che cazzo sto dicendo)...
Non arrivo al pianterreno che sento la flebile vocina dal secondo piano:"comunque la fiorentina vince a Lione due a zero.. doppietta del Gila"..."grande nonna!" riesco ad urlargli, e mi convinco che un sorriso almeno me lo ha strappato...
Mi chiudo il portone dietro le spalle e della 307 a scaldar le gomme ovviamente neanche il cartonato.. imposto la modalità corsettina del cazzo alla prima fermata e ringrazio Iddio che la pettatina che mi porta davanti al baroncini dura l'attimo di pensarci.. piantono la fermata per almeno dieci minuti e alle ventidueeventi decido che posso avvicinarmi lentamente ma guardingo alla fermata successiva, che in un loop di convincimenti diventa sempre successiva, arrivo, tocco il palo come in una gara a tappe e porto il testimone alla prossima..
il tempo di attesa si riduce ad ogni fermata che incontro, mi mangio l'asfalto e nel giro di dieci minuti mi entra in visuale la fortezza.. oramai lo scatto a sinistra del collo a verificar l'eventuale Ataf in arrivo rasenta la velocità di un colibrì... mi par d'aver uno specchietto naturale fissato a mezz'aria sulla sinistra..
Sono arrivato sui viali della Fortezza, posso arrivare a Porta al Prato.. che vuoi che sia, magari becco altri bus che portano verso scandicci.. anche se ignoro numeri e percorsi.. ovviamente..
Passo rapido il sottopasso della stazione centrale, mi lascio alle spalle un inutile e privo di fermate Viale Filippo Strozzi e percorro viale Belfiore e Piazzale Porta al Prato come se non toccasse a me.. abebe bikila mi fa una sega... tra un po' mi tolgo pure le tiger se mi girano i coglioni ciccio..
Ho fatto trenta, faccio 31... è un continuo spostare limiti ed obbiettivi stasera... il ponte alla vittoria è un ricordo e la discesina che mi introduce in via Bronzino è talmente invitante che, in preda ad una totale mancanza di senno, il delirio d'onnipotenza s'impadronisce di me, spadroneggio spavaldo un'andatura da maratona inimmaginabile e non valuto più impossibile la destinazione finale..
La serata fortunatamente è serena, il cielo terso e la leggera brezzolina aiutano le finestre a stare aperte per questi ultimi sprazzi di un'estate che non se ne vuole andare, da qualche palazzo arriva confusa la cantilena tipica della telecronaca... sorrido, non riuscirò a veder neanche il dopogara di questo passo ma se il Gila l'ha insaccata due volte poco male.. vorrei affacciarmi a una delle finestre più basse e chiedere cosa stiamo facendo... ma Fantozzi me lo sconsiglia.. finisco via Antonio del Pollaiolo con una certa rigidità nel passo.. le scarpe non sono propriamente quelle più adatte e la coscia comincia a lamentare l'eccessivo sforzo improvviso... decido di resistere, mollare adesso sarebbe come chiedere la sostituzione all'86mo... peccato che Viale Nenni sia così lungo da non intuirne neanche i confini..
Dovrei comunque aver rotto il fiato nonostante l'andatura non superi i 4, forse i cinque chilometri orari..
scorgo in lontananza la sagoma familiare della cooperativa.. le torri di ponte a greve mi dicono che Scandicci è poco più avanti oramai... attraverso i lavori per la tramvia e mi ritrovo sul marciapiede opposto... l'Erg è a un passo e una volta agevolata la rotonda a sinistra San Giusto è la porta naturale per piazza del mercato.. l'andatura ritmata oramai mi dissocia dal resto, mi rende ovattata l'ambientazione di questa follia post chiusura, non conto i passi ma potrei farlo senza l'aiuto della testa... però se non arrivo entro mezz'ora mi cerca pure la Maffai... ripenso ai due goal che mi son perso e non riesco neanche a smadonnare che vengo strattonato sulla sinistra.. una voce stridula mi chiama amore, almeno due o tre volte, mi propone dolci servigi orali a pagamento... incrocio lo sguardo con i suoi occhi scuri.. la tipa, pure scura in volto senza per questo essere incazzata mi ricorda che il sole a certe latitudini brucia, è troppo scura, direi nera, son quasi certo che non sta facendo la benzinaia all'erg e non perchè non indossa la divisa, non credo mi farebbe il pieno, anzi, e che probabilmente non mi rilascerebbe neanche lo scontrino ... accenno un sorriso, continuo a camminare, rallentato dalla presa, la guardo ancora e riesco solo a dirle, mentre mi libero, che con uno dei suoi impavidi servizietti probabilmente non riuscirei neanche a rialzarmi visti i chilometri che mi porto sulle gambe e la fame da leone che tengo...e chioso deciso con:"..e poi vorrei vedere almeno i goal del Gila..".. la saluto soddisfatto, con la faccia di uno che sa il fatto suo e lei di rimando mi saluta con un vaffanculo ben marcato, ma non fluido, come se facesse lo spelling, decisamente non autoctona la tipa...
il resto del percorso è familiarità quotidiana... attraverso piazza del Mercato, desolata a quest'ora, dalle finestre non arriva niente altro che lampi di luce differenti che si alternano ritmati come la pubblicità... via Tiziano mi accoglie alle 23etrenta con la stessa luce di quando stamani l'avevo salutata.. oramai è fatta, le due rampe di scale son roba da ragazzini, non credo neanche di poggiar la suola sugli scalini.. volo verso il secondo piano seguendo il corrimano, strana questa agilità dopo quasi 9 chilometri... ho paura di fare come la bluesmobile a fine inseguimento... tengo fermi gli sportelli, di fumo dai piedi non ne vedo ma quando finalmente entro in casa, dopo una breve sosta ai box metto il culo su una seggiola, la prima che trovo in cucina, che piombo in uno stato comatoso che fortuna ho la spina dorsale altrimenti mi ripiegavo come i personaggini di legno tenuti su dall'elastico.. i ferri da stiro che ho ai piedi mi sembrano ben saldi e la famosa quercia antica si reimpossessa delle mie gambe in un nanosecondo... divoro due hamburger  con relativi panini.. deglutisco coca cola a sufficienza per un rutto da campionati del mondo e solo la necessità di un giaciglio più morbido mi fa alzare.. mi ricordo della doppietta del Gila e reggendomi a stento in piedi cerco con l'occhio semispento la pagina Champions sul televideo.. avvicino lo sguardo per capir se son nel vero.. i francesi han pareggiato... allora è veramente una serata di melma.. spengo tutto, scuoto la testa per quel che riesco e mi indirizzo verso il bagno, la doccia pare aprirsi da sola, l'acqua mi bagna ma non la sento.. i movimenti oramai sono lenti e ripetuti per esperienza.. il legno che ho nelle gambe si rilassa e riesco ad arrivare in camera nonostante venga attaccato da un formicaio intero prima ai polpacci, poi alle cosce, riesco a gestire questa serie inaudita di crampi a suon di labbrate, mi dirigo verso il letto spostando in avanti quel che resta delle gambe, due paletti di ferro battuto pesi spiombati.. il resto è sonno profondo... credo di essere svenuto mentre mi toglievo i pantaloni...

io la psicoatletica l'avevo già scoperta senza saperlo quattro anni fa esatti...

"l'uomo che arriva alla fine di un viaggio non è mai lo stesso che era partito. EB".. 

8 commenti:

  1. Non potevo cominciare la settimana in modo migliore...
    Mi sembra di vederti, dinoccolato sulla discesa del ponte alla vittoria in cerca dell'intertempo giusto per la classifica a punti....
    Grande nanne!
    ;-)

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    1. Nn puoi immaginare la stanchezza all'arrivo.. Ma ne è valsa la pena.. Spostare i propri limiti è sempre più difficile ma anche avvincente

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  2. Davvero, sono più le volte in cui la sogni rispetto a quelle in cui riesci a vederla..i semi di lino comunque li avete accanto al tè... :D

    P.s. Sono appena tornata dalla ricevitoria di Scandicci, sono partita 25 euro e 120 minuti fa. Spero solo che NE VALGA!

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  3. Ma brava.. Passi e non saluti, brava davvero.. Questa me la segno.. Il 25 ci sarò anche io ma in curva ferrovia visto che in Fiesole li avete finiti tutti!!

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  4. Se qualche volta fossi in area vendita invece che a cambiare i colori in paint ai cartelli delle promozioni ti avrei salutato più che volentieri.. Che facevo, mandavo un passerotto a chiamarti?? Oppure potevo spaccare qualche bottiglia di olio soci per richiamare l'attenzione del capo..

    Comunque se alle 14:30, come da manuale del fedele tifoso, fossi stato davanti alla ricevitoria a quest'ora avresti il tuo bel biglietto di Fiesole.. Tante parole e poco sacrificio.. E non mi dire che dovevi lavorare, perché non ci credo. ;)

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  5. Bla bla bla.. Quante chiacchiere da bar sport.. Adesso sei obbligata a ripassare, chiamarmi e offrirmi un caffè.. D'altronde sono il capo e non puoi esimerti ciccia.. E vorrà dire che martedì prossimo alzerò un po' il livello di quella curva di là dal manto erboso..

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  6. Ok capo, se è un ordine eseguo. Allora quando vengo ti chiamo. Molto forte. E comunque da cliente posso fare quello che voglio! :-)

    Stai attento in ferrovia, hai una certa età, non fare casino.. Anche se credo ci siano più gobbi in Fiesole che nel curvino..

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  7. Te oramai nn sarai più un cliente quindi nn potrai fare quel che ti pare.. Sia chiaro.. Dici sia pericoloso in ferrovia? Meglio in poltrona ad una certa età..

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