... Nelle molte giornate del cammino da effettuare, ve ne saranno di radiose e di necessariamente in ombra ed è principalmente in queste che il pubblico dovrà farse maggiormente sentire vicino agli atleti. Il campionato non si arresta né alla terza, né alla quarta domenica [...] quindi: avere fermamente fiducia! La vittoria, ne siamo certi, bacerà ripetutamente il nostro vessillo... Luigi Ridolfi

domenica 8 marzo 2015

Prove tecniche del lento movimento

Era metà agosto duemila14 quando già da settimane pianificavamo pellegrinaggi in lungo e in largo per mezza europa ed è facile, si sa, arrivare col pensiero, ma nei fatti questo pezzettino di Francigena sembrava diventare lo scalino, il primo tra l'altro, più impegnativo da fare..
Sembrava tutto ben pianificato nei minimi dettagli dal percorso ai vari mezzi che ci avrebbero portato alla partenza poi e riaccompagnato esausti la sera dopo questi tanto agognati 24km di lento movimento tra le colline senesi... un messaggio poco dopo l'ora di cena spezzò l'incantesimo, Sergino febbricitante, a ferragosto, sembrava voler attendere la mattina successiva prima di alzar bandiera bianca ma l'avventura si poteva considerare chiusa prim'ancora che scattasse il verde.
Rimandammo il tutto a tempi e condizioni meteorologiche migliori finendo quasi per dimenticarlo, accontentandoci di sporadiche camminate di periferia che tanto sapevano di pensionati con la spesa mattutina già fatta.
Il dicembre, da sempre dedicato al socio, l'avvicinarsi delle feste e dell'inverno con le sue temibili temperature allontanava di fatto la via per Roma rendendola sempre più una questione di principio.
Un gennaio che la primavera sembra a un passo ci ha visto rilanciare con entusiasmo adolescenziale il progettone tenendo stavolta ben fermi i piedi per terra con alternative già pronte in caso di nuove ed improvvise debacle.
Ci siamo ritrovati invece l'undici gennaio che percorrevamo la Firenze-Siena per Monteriggioni nonostante le nuvole si radunassero verso il nostro punto di partenza, ma la decisione era presa, il primo passo fatto e non potevano certo fermarci due gocce d'acqua..
Lasciata l'auto nel parcheggio della stazione di Castellina in Chianti abbiamo cominciato la salita per le mura di Monteriggioni.. l'euforia iniziale comprensiva di migliaia di parole a riempire ogni passo si è smontata poche centinaia di metri dopo quando la prima pettatina per l'ingresso al paese ci sentiva ansimare silenziosi... passata la porta siamo entrati nella piazza principale di Monteriggioni, alla ricerca del punto informativo e la sosta a incamerare delucidazioni è apparsa quanto meno indicativa sullo stato di forma.
Usciti dalle mura e con ben due km sulle spalle già ci sentivamo esperti pellegrini, le colline senesi ci aprivano davanti paesaggi da cartolina, i colori dell'inverno sembravano comunque mantenere intatte le colline che a primavera rifioriscono ordinate tra campi di grano e colture che ne definiscono precise confini e contorni.
Dopo pochi km erano già ben definiti i ruoli all'interno della batteria.. il delse convinto camminatore seguiva i propri passi senza cedimenti ne rallentamenti di alcunchè natura... questo suo passo deciso però lo tradiva alle biforcazioni... preferiva le sensazioni alle indicazioni ben presenti e andava in difficoltà in assenza di queste ultime... io d'altro canto, mi affidavo a quei mattoncini ben evidenti, un pò come da piccolo alle prime facce estranee che si avvicinavano mi agganciavo forte alle gonne della mamma, entrando però spesso in scia al pellegrino professore di lingua francese facendomi trainare psicologicamente nei momenti in cui avrei preferito urlare sosta a squarciagola.. La temperatura e un solicino timido ci permetteva di avanzare tonici spezzando la fatica iniziale con ricordi e racconti che quel silenzio naturale sembrava facilitare, nonostante i dubbi sulle prime biforcazioni, le interpretazioni del tutto personali su quel VF che ogni tanto delimitava il nostro cammino e le spiegazioni scolastiche che il buon Delse mi elargiva dall'alto della sua preparazione umanistica siamo arrivati al punto sosta, come se lo avessimo stabilito, ad un'ora degna per definirlo pranzo.. il lauto banchetto preparato dal professore, presentava una serie di panini fingerfood bagnati da un vinellino bianco sempre minisize che nell'idea di partenza non potevano e non avrebbero dovuto inficiare la tenuta dei due pseudo pellegrini, dal mio zainuccio tentatore invece spuntava l'abbinamento panettonepassitodipantelleria degno rappresentante della civiltà ferma e inattiva che riempie il nostro quotidiano.. il senso di responsabilità misto a quello non poco presente di colpa c'ha visto ripartire di buona lena senza addentare alcun dessert.
La seconda parte del percorso misto tra asfalto e boscaglia c'ha avvicinato a Siena e la sensazione di non accusare alcuna fatica ha di fatto mantenuto sorrisi e voglia di scherzare anche durante quei tre minuti di pioggia.. abbiam fatto in tempo a bagnarci, pensare che fosse passeggera, riconsiderare la nostra idea, coprirci con le dovute mantelle e ritoglierle dopo cinquanta passi che il sudore già si stava impossensando di noi..
Abbiamo pure tentato la fuga per un viottolo che pensavamo corretto attraversando proprietà private sconosciute e ritornando sui nostri passi meleggiandoci a vicenda col tentativo inutile di scaricar sull'altro la responsabilità decisionale che ci aveva portato fuori pista per almeno un quarto d'ora.
Un maneggio prima e un cimitero poi c'ha fatto abbandonare lo sterrato boschivo entrando di fatto nel comune di Siena...
A pochi passi dal sogno un cavalcavia e due cani rabbiosi c'hanno visto rallentare infastiditi da quel che ci aspettava di li a poco... venticinque km sulle spalle e un percorso definito dai più bravi come mediamente impegnativo si stavano esaurendo con una pettatina record che ha messo realmente in dubbio il nostro arrivo alla stazione del capoluogo ghibellino.
Affrontata a muso duro, siamo arrivati zigzagando persino di spalle alla cima di questo nostro kilimangiaro per poi riscendere, buffe le sfide, a valle per aspettare il trenino a gasolio che in poco più di venti minuti ha coperto al contrario la distanza che a piedi abbiamo completato di quasi sei ore.
Oramai abbandonati sulla panchina del primo binario, nonostante il freddo della sera, non riuscivamo a preferire la sala d'attesa per la semplice incapacità di comandare ulteriori movimenti alle nostre gambe.. addentando voracemente le due fette di panettone, ci siamo riscaldati con del buon passito di pantelleria che di fatto c'ha visto brindare all'impresa. D'improvviso l'ulteriore sfida... il cambio binario, devastante psicologicamente mi ha visto imboccare per primo le scale del sottopasso avvisando il Delse durante la discesa, che ha risposto ma mi ha raggiunto al terzo barcollando non poco a causa di un'anchetta oltremodo infastidita...
Le scalette della stazione di Castellina in Chianti hanno decisamente definito conclusa la prima uscita del duemilaquindici... il ritorno a Firenze c'ha sentito parlottare silenziosamente gustandoci dolori e stanchezze voluti, cercati.. con una convinzione nuova, certi che davvero è stato dato il via ad una nuova fase che vede obbiettivi ambiziosi oramai decisi... Terra di Spagna, i pellegrini veri, conchiglie e credenziali ci aspettano... non resta altro che prepararci a garbo..

1 commento:

  1. Ovvia...quando vi a fare le mie camminate dimagranti di una ventina di km ti chiamo allora...almeno tu alleni la gamba in previsione dei "cammini" estivi seri!!!

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