Partivo una mattina co'i' vapore e una bella bambina gli arrivò.
Vedendomi la fa: Scusi signore! Perdoni, l'è di' ffiore, sì lo so.
Lei torna a casa lieto, ben lo vedo ed un favore piccolo qui chiedo.
La porti un bacione a Firenze, che l'è la mia città che in cuore ho sempre qui.
La porti un bacione a Firenze, lavoro sol per rivederla un dì.
Son figlia d'emigrante, per questo son distante, lavoro perchè un giorno a casa tornerò.
La porti un bacione a Firenze: se la rivedo e' glielo renderò.
Bella bambina! Le ho risposto allora. Il tuo bacione a'ccasa porterò.
E per tranquillità sin da quest'ora, in viaggio chiuso a chiave lo terrò.
Ma appena giunto a'ccasa te lo giuro, il bacio verso i'ccielo andrà sicuro.
Io porto il tuo bacio a Firenze che l'è la tua città ed anche l'è di me.
Io porto il tuo bacio a Firenze nè mai, giammai potrò scordarmi te.
Sei figlia d'emigrante, per questo sei distante, ma stà sicura un giorno a'ccasa tornerai.
Io porto il tuo bacio a Firenze e da Firenze tanti baci avrai.
L'è vera questa storia e se la un fosse la può passar per vera sol perchè, so bene e'lucciconi e quanta tosse gli ha chi distante dalla Patria gli è.
Così ogni fiorentino ch'è lontano, vedendoti partir ti dirà piano:
La porti un bacione a Firenze; gli è tanto che un ci vò; ci crede? Più un ci stò!
La porti un bacione a Firenze; un vedo l'ora quando tornerò.
La nostra cittadina graziosa e sì carina, la ci ha tant'anni eppure la un n'invecchia mai.
Io porto i bacioni a Firenze di tutti i fiorentini che incontrai
Odoardo Spadaro, 1938
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