... Nelle molte giornate del cammino da effettuare, ve ne saranno di radiose e di necessariamente in ombra ed è principalmente in queste che il pubblico dovrà farse maggiormente sentire vicino agli atleti. Il campionato non si arresta né alla terza, né alla quarta domenica [...] quindi: avere fermamente fiducia! La vittoria, ne siamo certi, bacerà ripetutamente il nostro vessillo... Luigi Ridolfi

venerdì 15 luglio 2016

Viloria de Rioja - Villafranca Montes de Oca

Mi sveglio che ho ancora la testa piena delle parole di ieri sera.. i pensieri si mescolano con la fantasia, la speranza che non si limiti tutto ad una sera profuma di eroico, ma fa bene crederci.. aiuta i polmoni ad aprirsi come quando riemergi dall'acqua.. rinforza persino le difese immunitarie per dirla tutta.. l'invincibilità dei supereroi diventa roba tua e hai in tasca la soluzione a tutte le disparità, le disuguaglianze e le storture di questa amara società così lontana da quella sperata, poi apri gli occhi, ti resta difficile rimanere a letto e soprattutto pensare che la fuori è tutto completamente diverso da quel che hai visto fino a ieri sera.
Decidiamo per la colazione comune.. Acacio non si vede, è a far conferenze su e giù per il portogallo e ha lasciato Orietta a sfaccendare.. dal sogno spagnolo a desperate housewife il passo per lei è stato breve, lo sente tutto e non fa niente per nascondercelo.
Arriviamo al momento del pedaggio.. il rifugio è gestito in modalità donativo e per due indecisi come il sottoscritto e il prof non c'è sfida più mortificante.. il dubbio non solo ci assale, ci aggredisce e riesce ad averla vinta passando dall'ingresso, senza fare morti ne feriti.. un po' come gli americani quando sbarcarono in Sicilia. Ci facciamo guidare dalla media degli albergue finora incontrati e decidiamo di lasciar giù poco più di venti euro.. ci sosteniamo a vicenda nella scelta e finiamo di prepararci per la partenza quando con la nonchalance tipica dei nordici ci passa davanti la danese che sventola senza troppa difficoltà una banconota da cinque euro.. il silenzio cade impietoso su di noi, la perplessità minaccia seriamente la serenità della nostra posizione faticosamente raggiunta alla fine di un laborioso confronto, ma riusciamo a sostenerci vicendevolmente e usciamo dal rifugio orgogliosi.
Raggiungiamo Villamayor del Rio che sono le 830.. la città delle tre menzogne.. non è una Villa, non è Mayor e non ha fiumi che l'attraversano.. il proseguo del tracciato, parallelo alla N120 non diventerà memorabile se non per le notizie che ci arrivano dalla Francia.. i fatti di Nizza stanno pian piano riempiendo notiziari, giornali e le orecchie delle persone anche a queste latitudini.. fortunatamente non riusciamo ad abituarci a certi episodi.. Sergino sembra accusare un po' di più, la Francia gli è per forza di cose più vicina.. la racconta quotidianamente e senza dubbio è un po' come se gli fossero entrati i ladri in casa.
Entriamo a Belorado un'oretta scarsa dopo.. decidiamo per una sosta e replichiamo la colazione godendoci la piazza principale ancora semideserta.. pochi minuti e arrivano Ellen e la danese, la stanutitense ci seguirà a ruota mentre la sua amica europea si fermerà qui per qualche ora in attesa del pullman che la riporterà a Madrid per poi volare a casa.
Usciti dal paese rientriamo sul solito sterrato che corre parallelo alla solita noiosa N120 fino alle undici più o meno, quando ci allontaniamo finalmente per inoltrarci su per una collina che in pochi minuti ci porta a Villambistia, il cielo è azzurro.. terso direbbero quelli preparati.. un cielo che pare disegnato a mano libera e io mi ci perdo camminando a testa alta con lo sguardo puntato nel nulla.
Attraversiamo Espinosa del Camino, una manciata di case buttate li a caso e finite sempre per caso sul cammino di Santiago, per fortuna loro.
Mancano solamente tre km a tappa.. camminiamo affiancati, trascinando un po' gli scarponcini.. ci prendiamo cinque minuti cronometrati per riposare le spalle, allentiamo il peso appoggiati a una staccionata a fine paese che ci riapre un panorama nuovamente privo di costruzioni.. lo zaino sempre in spalla ma sollevato dal legno ci fa bene alla schiena e alle spalle.
Sergino detta il tempo e riparte senza darmi preavviso, mi lascia quattro o cinque falcate indietro e a me non resta che far la vittima.. lo offendo per l'abbandono e gli ricordo che quando avrà bisogno di qualcuno che gli passi la borraccia io non ci sarò.. mi sento e mi dichiaro indispensabile.. la punta acida dell'orgoglio permaloso mi dona un passo supponente di chi sente la vittoria per lo meno psicologica in pugno ma Sergino si gira senza smettere di camminare e guardandomi dritto negli occhi mi presenta la borraccia, prepotentemente apparecchiata sullo spallaccio di destra grazie a un moschettone.. e mi chiude, libero e indipendente, la partita con uno sprezzante "te ne puoi anche andare adesso, ho l'acqua a portata di mano!".. si rischia l'incidente diplomatico, ma solo nelle trame delle serie tv, noi siamo pellegrini oramai e basta riprendere lo stesso ritmo per cancellare teatrino e chiacchiere con le risate che oramai fan da cornice alle nostre giornate spagnole.
Arriviamo a Villafranca Montes de Oca.. l'albergue spunta dalla cima del tracciato.. è un vero e proprio tuffo nel passato, un ex hospital per pellegrini diretti a Santiago che conta sulle spalle qualche secolo e qualche migliaio di viandanti.
Entriamo in camerata.. siamo solo noi due e un altro, italiano da quel che borbotta, intento a prepararsi la branda.. ci sente entrare e ci accoglie come fosse casa sua, invitandoci nella nostra lingua a scegliere il letto che ci piace di più e mentre ci avviamo verso il fondo della camerata ci presentiamo.. il priore di Torino è al suo tredicesimo cammino.. ed ha già 900 km sulle gambe perché è partito da Puy en Velay.. Francia centrale, abbozzo li un riassuntino dei nostri due anni.. la partenza da Leon e da Saint Jean quest'anno e lui ci battezza amorevolmente come beati turisti.. la freccia è scoccata e la vedo bene che mi passa rapida davanti agli occhi.. diretta sicura verso il prof.. mi giro impaurito per la sua possibile reazione e fatico a trattenerlo.. cerco di fermarlo con lo sguardo perché lo vedo grintoso.. ma non serve, tiene dentro l'arroganza di chi si sente ferito, deglutisce e mi invita a pranzo fuori.
Al rientro dal pranzo la camerata è pressoché completa.. Sergino mi sparisce dai radar e dopo un breve giretto per i locali dell'albergue mi ritrovo a frescheggiare su una sdraio mentre il priore e niccolò, trentenne triestino appena arrivato, mi raccontano le loro avventure, io annuisco e basta.. mi sto spengendo e mi piace la sensazione che sto provando poi qualche inchino malgestito e migliaia di sbadigli mi consigliano in rientro in camerata.
Ritrovo Sergino accucciato nel letto, tuta, pantaloni da trekking, felpa e accappatoio.. tutto pesantemente addosso.. raggomitolato più di un gatto e con gli occhini lucidi.. il mio hermano l'ha avuta e non me la nasconde neanche bene.
Qui si rischia di mandare tutto all'aria, parto per la missione recupero e dopo dieci minuti mi ritrovo seduto accanto a Sergino, di fronte alla reception in attesa del dottore.
Eccolo finalmente, si piazza in piedi di fronte al mio hermano, se lo squadra bene con le braccia conserte come fosse di fronte a una statua da studiare e dopo una pausa di riflessione, parte la sequenza di domande.. una raffica di spagnolo, vere e proprie rasoiate, rapide.. incomprensibili per noi.. il medico si rende conto della difficoltà e ingaggia un traduttore.
L'intervista prevede ora un doppio passaggio.. spagnolo e inglese, un inglese spagnoleggiante che risulta un filino più comprensibile.. anche se a tratti comico.
Raggiungiamo il primo picco di comicità inconsapevole quando il medico chiede a Sergino se "tiene dolores de trippa".. Sergino, disturbato.. fatica a trovare le parole e si aiuta gesticolando, mima da navigato attore ogni malfunzionamento accompagnando i gesti, eloquenti perfino allo spagnolo, con l'audio doppiato, un rumorista nato.. arriviamo ad uno scambio a tre che non viene mai interrotto anche se spesso cambia senso di marcia.. prima spagnolo verso l'inglese per l'italiano, poi l'italiano verso lo spagnolo ignorando l'inglese.. poi solo gesti e manualità che Chaplin a confronto era un ragazzino alle prime armi.. si passa dalla gioia di aver capito, al terrore per l'insistenza su traduzioni così azzardate che neanche il peggior traduttore on line proporrebbe.. la pièce dura si e no dieci minuti che mi risultano però infiniti, dieci minuti di puro teatro dell'assurdo che vengono definitivamente chiusi con un monito del dottore accompagnato bene da gesta imperative che invitano  Sergino a non mangiare, ma a bere tanta acqua.. anzi.. "Agua, agua, agua".. ripetuto tre volte per far calcare bene la mano sull'importanza della questione e non si esime neanche il traduttore dal caricare Sergino di responsabilità chiudendo il sipario con un trittico inglese anch'esso accompagnato dall'indice che me lo vedo ritmato parola per parola, tagliare l'aria dall'alto verso il basso: "Water, water, water.." e a noi due non resta che annuire sperando che i tre atti finiscano alla svelta.
E' evidente che i due han già calcato insieme svariati palcoscenici di mezza europa.. ma il colpo di grazia ce lo da il dottore, che dopo essersi confrontato con Sergino ed aver appurato la scarsa consistenza relativa a determinati rilasci, ci tiene a dichiarare la patologia al paziente oramai incapace di ogni replica.. "Tu tienes diarrea", sento le risate salire dalla platea e gli applausi fin dalla galleria, annuiamo altre quindici o sedici volte senza proferir parola e ce ne torniamo in camerata che Sergino ha già qualche linea in meno di febbre.
Vado a cena con Niccolò e rientro che il malato già dormicchia.. lo seguo senza indugio ma reggo il confronto fin verso le due.. apro gli occhi come fosse suonata la sveglia e mi ritrovo l'hermano malandato che campeggia l'orizzonte.. d'istinto gli porto la mano alla fronte.. è freschino il ragazzo.. abbiamo scampato il pericolo.. almeno noi.. intanto la rete mi informa su un tentativo di colpo di stato in turchia.. adesso si che possiamo chiudere questa giornata..



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